Dopo la risata arriva lo schiaffo Sarkozy tira il bidone a Monti

Alle prese con i problemi interni il presidente francese annulla il vertice di Roma del 20 gennaio e manda in fumo i sogni europeisti del premier

Dopo la risata arriva lo schiaffo Sarkozy tira il bidone a Monti

Prima le risatine, adesso lo schiaffo. Monsieur Nicolas Sarkozy, il Napoleone declassato, ha chiesto (e ottenuto) di rinviare di un mese il vertice di Roma con Mario Monti e Angela Merkel in calendario per questo venerdì. «Urgenti impegni di natura interna», spiega un comunicato dell’Eliseo, hanno indotto il presidente francese a fare slittare l’incontro trilaterale.
Impegni di natura interna. È piena di sorprese l’agenda della politica. Per mesi Sarkozy ha puntato il dito contro l’Italia. Le riforme mancate, il debito eccessivo, le incertezze del governo Berlusconi. E poi la madre di tutti gli scandali: addirittura due italiani al vertice della Bce contro nessun francese. Mario Draghi e Lorenzo Bini Smaghi non potevano sedere allo stesso board di Francoforte senza avere a fianco un pronipote della Marianne.
L’inquilino dell’Eliseo ha usato ogni arma, dalle frecciate nemmeno troppo diplomatiche alle aperte pressioni su Palazzo Chigi e la Farnesina, per piegare l’Italia ai suoi interessi nazionali dettati dalla grandeur. Fino al gesto più clamoroso e beffardo, quel siparietto al vertice di Bruxelles del 23 ottobre scorso con l’appoggio della cancelliera Merkel, quelle risatine di compatimento all’indirizzo di Silvio Berlusconi dopo aver lanciato un ultimatum al nostro governo. Il video della strana coppia franco-tedesca fece il giro del mondo e danneggiò l’immagine dell’Italia molto più di una retrocessione dettata dalle agenzie di rating.
Ora qualche problemino si manifesta anche Oltralpe. L’economia francese non cresce. L’intesa con la Germania non è più così solida. Gli odiatissimi censori di Standard & Poor’s declassano il rating della Francia, che perde la tripla A simbolo di massima affidabilità finanziaria: un giudizio negativo che invece non sfiora i tedeschi. Si prepara una campagna elettorale verso la riconferma all’Eliseo tutta in salita. Sarkozy non ha più tempo per sogghignare dei guai altrui. Ha «urgenti impegni di natura interna». E quindi fa saltare i vertici europei.
È un altro schiaffo all’Italia. A Palazzo Chigi non si trova più Berlusconi, ora è Monti a porgere l’altra guancia. Non è un bel segnale per il nuovo premier, che vive sull’appoggio del partner europei più che sul consenso dei cittadini italiani. Anche ieri il fatto del giorno per la presidenza del Consiglio è stato l’incontro con Herman van Rompuy, il numero uno del Consiglio europeo.
In queste prime settimane di governo, Monti si è scapicollato tra le capitali per ricucire rapporti e accreditarsi come l’uomo «salva-Italia». Per lui il vertice trilaterale a Roma di venerdì sarebbe stato il coronamento dell’intenso lavorio diplomatico. Monti avrebbe portato in Italia i due maggiori leader europei in un incontro a tre che avrebbe sancito il definitivo ritorno del nostro Paese nel club dei Grandi del continente.
Invece no, Sarkozy ha nuovamente messo i bastoni tra le ruote. Che si tratti di Berlusconi o Monti, per lui è l’Italia che va umiliata. Le voci del rinvio hanno cominciato a circolare in mattinata. Dapprima indiscrezioni prudenti, le solite «fonti di Palazzo Chigi» che fanno trapelare l’ipotesi dello slittamento anche se «sono ancora in corso contatti» tra Roma, Parigi e Berlino. Il tam-tam si propaga ma «non c’è nulla di certo». Quindi spunta l’ipotesi di una teleconferenza: i tre si sarebbero visti davanti al computer, ognuno nel proprio ufficio.
La conferma del rinvio arriva via mail dall’ambasciata tedesca a Roma. Tutto spostato a fine febbraio. Nel pomeriggio, durante una conferenza stampa a Madrid con il nuovo premier spagnolo Mariano Rajoy, è lo stesso Sarkozy a mettere il sigillo dell’Eliseo sulla cancellazione della trasferta romana. Negli ultimi giorni - questa la giustificazione addotta dal presidente francese - si sono svolti vari vertici bilaterali fra i leader di Italia, Francia e Germania: «Non è necessario fare dieci giorni dopo quello che avrebbe potuto sembrare come un nuovo summit».
La frenesia da incontri è improvvisamente sparita. La Francia ha altro da fare.

Dice Sarkozy a Madrid che il suo Paese «deve ridurre il deficit e la spesa pubblica e favorire la crescita per affrontare una crisi senza precedenti». Ma guarda: i medesimi impegni per l’assenza dei quali poche settimane fa sghignazzava sull’Italia in mondovisione.

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