Roberto Donadoni è una persona mite e coraggiosa. Dalle sue origini bergamasche ha tratto un carattere testardo, dal suo glorioso passato milanista ha ricavato la fama, confermatissima, di permaloso. Nei due anni di apprendistato da Ct della Nazionale campione del mondo, è sempre stato riconoscibile con questo identikit. Ogni scelta tecnica, ogni comportamento, il legame forte, fortissimo coi senatori, persino lorgoglio tradito dinanzi ai rifiuti di Totti e Nesta, è sempre stato ricondotto al suo temperamento autentico. Improvvisamente, Donadoni ha cambiato stile e modello di riferimento, ha rovesciato il tavolo e rimescolato le carte come sanno fare i giocatori dazzardo. Nel redigere lelenco degli azzurri ha deciso infatti di rischiare e di rischiare tutto.
Di rischiare in proprio, accettando lofferta del contratto con lelastico (se lEuropeo va male, laccordo decade) respinta due mesi prima, e sul campo, accogliendo dentro il serafico spogliatoio dellItalia Antonio Cassano, una specie di bomba a orologeria sistemata sotto le camere dellalbergo di Baden, alla periferia di Vienna, sede del ritiro azzurro. In assenza di Francesco Totti, è lunico talento purissimo che può consentire allItalia di cambiare registro, modulo tattico e inerzia al risultato. Finirà con loscurare Di Natale, titolare fino a Glasgow, e col guadagnare la scena in una nazionale senza grandi stelle. È baciato dalla magia: ogni palla toccata nella Samp è unopera darte. Ma è anche un inguaribile Gianburrasca, capace di ogni scherzo feroce se non di cupe sceneggiate, le famose «cassanate». Donadoni è consapevole del rischio assunto: qualunque figuraccia dovesse realizzare il suo Antonio, il responsabile unico sarebbe lui.
Il Ct ha tenuto invece a casa Filippo Inzaghi, eroe dei due mondi milanisti (Atene e Yokohama) nonostante il responso recentissimo del campionato: SuperPippo in forma smagliante (10 squilli di tromba in 7 partite) e il suo rivale, Marco Borriello, spento, coinvolto nella resa finale del Genoa (da 5 partite a digiuno, ultimo centro il 13 aprile contro il Toro derelitto) e sotto accusa per lo stile di vita. Anche qui il nuovo Donadoni signor rischiatutto non ha giocato sul sicuro, forse si è anche lasciato condizionare da un piccolo pregiudizio. Inzaghi è ingombrante, dotato di personalità dirompente nel caso di ballottaggio con Toni: Borriello può resistere nellombra. Solo su Del Piero, il Ct è tornato allantico, accogliendo tra le mura azzurre il vecchio campione reduce da una strepitosa striscia.
Avrebbe rischiato limpeachment se lavesse tenuto fuori dai ranghi.
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