Rischio estinzione per il rinoceronte E tutto per un corno...

Per qualcuno il suo corno è afrodisiaco, per altri è antipiretico e antitumorale, per altri ancora è semplicemente estetico. Morale, nel 2010 in Sud Africa, ogni 26 ore un rinoceronte è stato ammazzato e mutilato. E la mattanza continua incessante anche quest’anno. Siamo a quota 70. E chissenefrega se il grande erbivoro miope viene inserito dagli esperti nel triste elenco degli animali in via di estinzione. Una volta spariti dal pianeta, i bracconieri si accaniranno contro altri animali indifesi. Come i gorilla di montagna a cui già ora mozzano le mani per farne dei portaceneri. Oppure decimeranno gli ultimi elefanti di foresta africani per mozzargli le lunghe e le dritte zanne buone per fare statuine o monili d’avorio. Ebbene sì, cari lettori, questa è una triste storia di cretineria umana, associata all’avidità per il soldo. Non a caso l’Interpol ha stimato che, dopo il traffico di armi e quello di droga, il mercato degli animali e delle loro parti è il terzo più redditizio del mondo illegale, un vero business che, a differenza dei primi due, nessuno conosce e che in pochi cercano di arrestare perché definito «meno importante». Ma è una questione di punti di vista. Se pensiamo all’equilibrio naturale e all’amore che molti umani hanno per gli animali, il problema è grandissimo. Il World Conservation Union ha stimato che il 23% dei soli vertebrati è a rischio di estinzione (1.130 specie) tra cui spicca il panda gigante, la tigre, il gorilla, l’orso polare, l’elefante e il rinoceronte, appunto. Che viene sterminato per farne polvere di corno da esportare verso l’estremo Oriente. Cosa ci fanno? «La medicina tradizionale cinese la usa come componente antitumorale – spiega Davide Bomben, presidente dell’Associazione italiana esperti d’Africa – oppure come antipiretico e si dice sia usato come terapia contro l’impotenza. In realtà la polvere del corno non ha nessun potere specifico, contiene cheratina, che si trova anche nelle nostre unghie». Ma vallo a far capire ai cinesi o ai coreani. Oppure vai a spiegare ai thailandesi che il corno del rinoceronte trasformato in manico di pugnale non trasferisce il potere della bestia a chi lo compra. Le tradizioni sono dure a morire. Anzi. Stanno diventando un mercato talmente florido che i bracconieri si fregano le mani e i rinoceronti cominciano a sparire anche dai parchi naturali ad opera, pensate un po’, degli stessi veterinari. In Vietnam, per esempio, un rinoceronte di Giava, rarissimo (3-4 esemplari in tutto) è stato trovato morto con il corno amputato. E in Africa succede di peggio. Nel 1970 la popolazione totale dei rinoceronti ammontava a 70.000 esemplari. Nel 2007 si è scesi a quota 11.000 fra bianchi e neri. Attualmente gli sforzi di chi combatte il bracconaggio ha ripopolato le fila dei grandi erbivori ma questa lotta tra i buoni e i cattivi è impari. Da una parte ci sono i volenterosi ranger , dall’altra i bracconieri, sempre più specializzati perché - come dice Bomben «non usano più l’infradito, ma gli infrarossi». Così lo sterminio è assicurato, equamente distribuito tra Kenia, Zimbawe, Tanzania e Sud Africa a cui va la maglia nera. Ma il business è invitante. Un grammo di polvere magica vale più di un grammo d’oro. E in Vietnam ci sono clienti disposti a pagare una fortuna pur di provare questa polvere afrodisiaca (!) Ma ci sono stravaganti ricconi che amano posare la cenere delle loro sigarette su mani di gorilla di montagna e così i bracconieri ammazzano gli esemplari, mozzano loro le mani e le vendono al miglior offerente. Altri scimpanzé, invece sono uccisi per il loro cervello, buono a tavola, mentre le zanne dei poveri elefanti vengono trasformate in monili di vario tipo. Accanto alle stravaganze, una cattiveria, ancora più gratuita.

Se un leone assalta una mucca o una capra, viene giustiziato con il carbofuradan, un anticrittogamico con cui viene cosparsa una carcassa che attrae il felino. Dopo averla mangiata, si contorce per una settimana dai dolori prima di raggiungere la «serenità» della morte.

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