Rischio sospensione per un bacio fuori da scuola

Il giovane accusato: «È solo una ripicca nei miei confronti»

Diego Pistacchi

da Genova

Certe cose devono restare fuori della scuola. La moda della pancia scoperta e dei pantaloni bassi, il piercing e le sigarette, per esempio, all’istituto tecnico «Rosselli» per il commercio di Genova Voltri non sono ammessi in classe e neppure nei bagni o nei corridoi. Ma la preside sembra decisa a intervenire anche fuori dal portone. Anche quando la prima campanella non è ancora suonata. E l’ultimo divieto di un regolamento mai scritto lo aggiunge un sabato mattina quando due ragazzi arrivano a scuola e decidono di salutarsi con un bacio. Due ragazzi, cioè, un ragazzo e una ragazza, sia chiaro. Si vogliono bene e si concedono un saluto appena meno innocente di un «ciao». Tutto lì.
A fare una cosa del genere, anche cinquant’anni fa, si rischiava al massimo le unghiate di qualche rivale un po’ troppo gelosetta. Certo non un richiamo ufficiale del prof, e meno che mai una convocazione in presidenza. O una minaccia di sospensione, come quella cui sembra pensare la preside. È quello che invece è accaduto sabato mattina davanti (fuori) dal portone del «Rosselli». I testimoni sono tutti gli altri ragazzi che hanno visto il bacio tra Elisa ed Emanuele, due studenti di quarta che stanno insieme da otto mesi. Sono tutti pronti a giurare che quel bacio è stato tutto tranne che volgare. «Uno stampo», riassumono in gergo. Poi spiegano: «Labbra appoggiate, uno schiocco e via». Il bacio più semplice. La controparte, lei, la preside, si avvale della facoltà di non rispondere e lascia che sia una sola la versione riportabile.
Ma anche gli altri prof non sembrano poi tanto distanti dalla linea dei ragazzi. Anche perché il caso è difficilmente negabile. Sabato mattina tutta la succursale di Voltri dell’istituto per il commercio ha inscenato uno sciopero di mezz’ora. Tutti nei corridoi per dire basta alla nuova, esagerata presa di posizione della preside. Nella quarta di Elisa ed Emanuele, invece, non ci sono state lezioni per tutta la mattina, causa assenza di studenti, decisi a manifestare una solidarietà ancora più forte ai loro compagni.
Emanuele, che è anche rappresentante di classe, si dice convinto che quella della preside, Elsa Cirlini, è una ripicca nei suoi confronti. Una punizione per aver portato avanti le rivendicazioni degli studenti nell’ultimo consiglio. Bagni inagibili, appendiabiti mancanti, macchinette per le merendine fuori uso e persino un insegnante di sostegno per un disabile che si è fatto attendere tre mesi. Eppure a sentire gli altri ragazzi, cose di questo genere non le dice solo Emanuele. Quest’anno diversi ragazzi, anche nelle altre sedi del «Rosselli», sono stati richiamati formalmente dal capo di istituto. «Alcuni di noi sono stati convocati con i genitori perché la preside era convinta che avessero fumato in bagno - spiegano alcuni studenti -. Non erano stati loro, eppure gli è stato chiesto di pagare una forte multa.

Altre ragazze che erano entrate in classe con la pancia leggermente scoperta sono state chiamate in presidenza, tenute lì per tre ore, e poi diffidate dal tornare in classe con quello che lei definisce un abbigliamento non adeguato». Figurarsi ad azzardare qualche apostrofo rosa qua e là.

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