La riscossa del fattore fiducia Un italiano su due vede la ripresa

DATI Lo rivela un sondaggio dell’Ispo. E l’indice Isae conferma che il pessimismo è in calo anche tra le aziende

Nel complicato panorama dell’economia si riaffaccia il fattore F: la fiducia. Quella delle aziende, che pur di fronte alle restrizioni del credito e alle difficoltà di mercato stanno reagendo. E ora anche quella degli individui.
Sarà che da un po’ la Borsa ha smesso di infilare solo giornate nere (in tre mesi l’indice principale di Piazza Affari ha recuperato oltre il 50 per cento), sarà che qualche segnale positivo comincia a vedersi: un sondaggio commissionato dal Corriere della Sera all’Ispo, l’istituto di Renato Mannheimer, svela che un italiano su due ora è più ottimista rispetto all’inizio dell’anno. Diminuisce, seppur di poco, la preoccupazione generale sullo stato dell’economia italiana e in modo ancor più consistente quella sullo stato delle finanze personali: il 79 per cento degli italiani si diceva allarmato nel gennaio 2009, oggi la quota dei pessimisti è scesa al 63 per cento.
Ancora più significativa è l’altra parte dell’indagine, quella che sonda le prospettive future degli italiani. Alla fine dell’anno scorso appena due su dieci vedevano all’orizzonte una ripresa sia pur lieve. Oggi siamo al 51 per cento. Per converso calano tutte le voci pessimiste: negativa come ora da 30 a 23 per cento, in forte peggioramento dall’8 al 2 per cento. E la risposta dei superottimisti - che il sondaggio tratteggia come giovani, sotto i 35 anni, lavoratori in proprio e residenti nel Nord Est - «in forte ripresa», a dicembre veniva scelta solo da uno cento, ora la percentuale è salita al 4 per cento.

Questo «carotaggio» dell’umore del cittadino si riflette in un miglioramento della fiducia anche da parte delle aziende. Il consueto dato dell’Isae che riflette l’indice di fiducia nel manifatturiero, a maggio è salito al 68,7 per cento dal 65,5 dello scorso mese.

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