Risolto l’enigma del giudice burlone

Sembrava un codice complicatissimo, che avrebbe richiesto molto tempo per essere risolto. Ieri il significato delle lettere in corsivo inserite dal giudice Peter Smith nella sentenza che ha assolto il «Codice da Vinci» dall'accusa di plagio si conosce già, anche se la frase che ne risulta è piuttosto criptica. «Jackie Fisher, who are you Dreadnought» (Jackie Fisher, chi sei Dreadnought) è infatti la frase che il giudice aveva abilmente nascosto facendo uso di un codice basato sulla sequenza di Fibonacci, una sequenza numerica che compare più volte nel libro. Ma per capire il senso della frase è necessario conoscere gli interessi del magistrato: Smith è infatti un grande appassionato della storia della marina militare, e Fisher fu un ammiraglio inglese che all'inizio del 20esimo secolo progettò una nave da guerra gigante chiamata Hms Dreadnought. A risolvere l'enigma del «Codice Smith» è stato un avvocato inglese, Dan Tench, grazie anche a qualche suggerimento del giudice che, dopo tre settimane trascorse a occuparsi del bestseller di Dan Brown, aveva deciso di divertirsi un po’ anche lui a confezionare codici.

Tench ha scoperto che mentre nella quinta pagina del verdetto le prime 10 lettere compongono la frase «Smithy Code», (il codice di Smithy), le altre 27 hanno un senso solo se si applica loro la sequenza di Fibonacci per passare nell'alfabeto dalla lettera scritta a quella che effettivamente compone la parola.

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