Nell’attesa d’una conclusione dell’iter processuale il dipendente è solo sospeso - l’indulgente Stato non può cacciarlo a titolo cautelare, secondo la buona regola vigente nel privato - e nel frattempo incassa “assegni alimentari” equivalenti alla metà circa del suo stipendio. Se in cinque anni la vicenda non giunge a sentenza definitiva - eventualità che si verifica con scandalosa frequenza nella giustizia tartaruga della Repubblica italiana - il povero Fornaretto che era stato colto in flagrante mentre incassava tangenti, ma che ha il suo santo protettore nell’infausto Testo Unico, viene riammesso in servizio. Il rovescio. Stenterete a crederci, ma è proprio così.
I cittadini sono costretti a passare una regolare busta paga a furfanti che hanno disonorato se stessi e l’amministrazione, e che possono opporre la loro furberia remunerata alla dabbenaggine di quanti lavorano onestamente. Parlamenti irresponsabili e compiacenti sono stati larghi di concessioni per i dipendenti pubblici che non brillano per produttività, ma che sono milioni e votano. Cosicché i mariuoli di mano lesta o di conclamato assenteismo finiscono per rientrare nei ranghi, siano essi al servizio dell’agenzia delle entrate o di un ospedale di Perugia, e gli addetti ad una amministrazione che funziona male hanno avuto negli ultimi anni aumenti retributivi molto superiori a quelli di chi sta nel “privato”. Che funziona in generale bene, e se non funziona bene porta i libri in Tribunale. È grave che per ignavia o complicità politiche si sia arrivati a questa situazione. È gravissimo che di fronte ad anomalie cavillose che gridano vendetta al cielo, e che provocano l’indignazione degli onesti, i sindacati di categoria si mobilitino in favore di leggi e regolamenti incompatibili con la corretta gestione di qualsiasi ente, e invochino alti e nobili principi per legittimare l’arroccamento corporativo. Nientemeno che con un “comunicato unitario” Cgil-Cisl e Uil hanno denunciato “l’arroganza” di chi chiede “mano libera per azzerare alcuni diritti fondamentali e costituzionalmente garantiti”. Ovviamente i sindacalisti aggiungono che “nessuno vuole difendere i corrotti”.
Lo si voglia o no, risulta evidente il risultato di questi atteggiamenti: molti, troppi corrotti se la cavano senza subire le sanzioni che sarebbero state loro inflitte se anziché trovarsi nell’ambito d’uno Stato cieco, sordo e sciocco, si
trovassero in una qualsiasi struttura privata. Ne hannogià tanti, i pubblici, di vantaggi, anche se non compiono alcunché di illegale. Ma venga almeno risparmiata, a noi cittadini e contribuenti, l’impunità dei mascalzoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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