La risposta dell’Eta a Zapatero: ucciso un agente antiterrorismo

MadridQuel maledetto parcheggio, in strada, gli è stato fatale. Aveva lasciato la macchina assieme a quelle dei vicini del quartiere, quasi dimenticando che lui, Eduardo Puelles García, non era un cittadino qualsiasi per i terroristi dell’Eta. Faceva da anni un lavoro che nei Paesi Baschi espone tutt'oggi a gravi rischi e obbliga a svolgere operazioni con il passamontagna perché nessuno ti possa riconoscere, insultare, mettere sotto pressione o uccidere.
Eduardo Puelles, 49 anni, era da 25 anni in polizia, e dal 2002 era stato asceso a capo ispettore. Per i terroristi dell'Eta era un bersaglio relativamente facile. Nonostante lavorasse da 16 anni nel gruppo anti-terrorismo, non aveva nessuna scorta, e parcheggiava in strada come i suoi vicini di casa. I terroristi indipendentisti hanno fatto esplodere la sua macchina piazzandogli approssimativamente due chili di esplosivo nella parte posteriore, secondo le investigazioni. L'esplosione, come era già successo in altri casi, non lo ha ucciso sul colpo, ma ha provocato un incendio che ha ridotto il veicolo in cenere in pochissimo tempo. Due persone che si trovavano ieri mattina alle nove nello stesso parcheggio di Arrigorriaga, vicino Bilbao, lo hanno visto e lo hanno persino «sentito strillare», ma non hanno potuto fare niente. L'incendio scaturito era così potente che ha carbonizzato altre cinque macchine prima dell'arrivo dei pompieri.
Eduardo Puelles, che lascia un moglie e due figli di 16 e 21 anni, è il centonovantesimo poliziotto ucciso dall'Eta nella sua storia di sangue. Una storia tragica che gli stessi terroristi hanno deciso di ricordare macabramente ieri, uccidendo nel giorno del 22º anniversario della loro strage più efferata, quella che il 19 giugno del 1987 falciò la vita a 21 persone in un centro commerciale di Barcellona.
Da allora i terroristi hanno perso appoggio sociale (solo il l'1-2% dei baschi li appoggia totalmente), rappresentazione politica (nelle scorse elezioni di maggio il loro braccio politico è rimasto fuori dal parlamento) e anche capacità militare. Ma ieri hanno voluto ribadire che possono ancora essere molto pericolosi.
Quello di Puelles è il primo omicidio che avviene da quando, lo scorso maggio, i socialisti sono arrivati alla presidenza del governo basco, dopo 30 anni di egemonia del conservatori del Partito Nazionalista Basco. Il nuovo governo non nazionalista, che si appoggia su un'alleanza con il Partito Popolare basco, è stato dichiarato obiettivo prioritario dall’Eta. Il premier Patxi López aveva dichiarato nel discorso di investitura che la priorità del governo sarebbe stata la lotta ai terroristi. Ieri, in un discorso sentito, ha detto: «Loro ci hanno mostrato il sentiero del dolore, e noi gli mostreremo quello del carcere», parole che secondo vari analisti sono state le più dure mai impiegate da un lehendakari, il premier basco, per riferirsi ai terroristi.
López ha indetto per oggi una manifestazione a Bilbao. Tra i partecipanti ci sarà anche uno dei figli dell'ultima vittima di Eta, l'industriale Ignacio Uria, ucciso sei mesi fa con tre colpi di pistola. Porterà uno striscione con la scritta: Por la libertad. ETA no. Askatasuna. (Askatasuna in basco significa libertà, ed è anche parte dell'acronimo di Eta, Paesi Baschi e Libertà, ndr).

La solidarietà alla famiglia e alle forze di polizia è arrivata unanime anche dalle altre forze politiche, mentre Zapatero e Rajoy, sospesi i loro impegni, visiteranno oggi la camera ardente del poliziotto. Non si sa, invece, se ci sarà la moglie di Eduardo Puelles, ricoverata per una crisi di nervi. La mattina, quando ha sentito l'esplosione, ha subito pensato al marito.

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