Arresto convalidato, ma disposta la scarcerazione. È la decisione arrivata ieri dal gip sui cinque giovani filippini, hanno tra i 18 e i 21 anni, fermati per la rissa di venerdì sera davanti a Palazzo Lombardia. Secondo il giudice infatti, mancano le esigenze cautelari necessarie per tenerli in carcere: pericolo di fuga, reiterazione del reato, inquinamento delle prove. Per il 19enne accusato di aver ferito gravemente un 18enne rivale è stato disposto l'obbligo di firma. Il pm Ilaria Perinu aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per tutti e cinque per lesioni gravi e rissa aggravata. Era stata esclusa invece l'ipotesi di tentato omicidio, anche in relazione al ferimento del 18enne ricoverato in codice rosso ma non in pericolo di vita.
I cinque ragazzi (altri cinque, minorenni, sono indagati dalla Procura minorile) hanno risposto alle domande del gip durante l'interrogatorio di garanzia, prima di uscire dal carcere di San Vittore. «Sono stato chiamato da mio fratello - ha dichiarato il filippino accusato dell'accoltellamento -. Se non fossi intervenuto, non me lo sarei perdonato e non me lo avrebbero perdonato, ho colpito solo per difendere lui e i suoi amici». Per i difensori, tra i quali l'avvocato Fabio Schembri, la rissa non sarebbe maturata nell'ambito di uno scontro tra gang. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la lite è scoppiata tra due gruppi di giovani filippini che si trovavano in piazza Città di Lombardia.
Uno dei due si era ritrovato lì per ballare l'hip hop, l'altro avrebbe dato fastidio vandalizzando la piazza. Il 18enne ferito è stato colpito da una coltellata alla testa, un altro giovane di 16 anni è stato raggiunto da un coccio di bottiglia. È stato ricoverato e poi dimesso sabato mattina con venti giorni di prognosi.CBas
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