Giuseppe De Bellis
nostro inviato a New York
Greg Nugent ha vent'anni e la faccia di eterno bambino: è in seconda fila. «Siamo fan della Nintendo, noi. Aspettiamo senza picchiarci». Ride e dietro di lui ridono altre duecento persone sedute per terra, appoggiate ai muri, stese nel sacco a pelo. Accampati per entrare nel mondo virtuale. Tre giorni dopo la Playstation 3 mania, New York si mette in fila la nemesi: tocca alla Wii della Nintendo. Il concetto non cambia: migliaia di persone ferme di notte, in attesa dell'apertura delle porte dei negozi, col portafogli imbottito di dollari. Per comprare l'ultimo modello di console. La pole position è difficile da conquistare. Greg si è mosso nella notte tra sabato e domenica dal campus della Fairleigh Dickinson University per arrivare in tempo davanti al Rockefeller center. Gli altri sono arrivati dopo: «È fondamentale averla per primi. È la differenza che trasforma un giocatore in un fan. Cioè il problema non è comprarla. Prima o poi la potranno avere tutti. Qui c'è in gioco la credibilità all'interno di un mondo, quello degli appassionati. Poterci giocare per primi, poter commentare la nuova console su internet, significa ottenere il rispetto di migliaia di persone. Allora stare qui ne vale la pena». Qui è sulla strada. Al freddo. Qui è sulla strada. A rischiare. Perché i malati di Nintendo sanno che cosa è successo ai rivali della Playstation. Botte, risse, accoltellamenti. Feriti. Il caos per una scatoletta elettronica. Tutti lì, con sediolina da campeggio, giacconi super imbottiti e ovviamente con Playstation portatile per passare le ore d'attesa senza perdere l'allenamento. Poi all'apertura dei cancelli, l'inferno. A Union Square è intervenuta la polizia. Una mezza carica di alleggerimento contro gli scalmanati che cominciavano a picchiarsi per un centimetro. La gente «normale» non ha capito. Le code, l'accampamento, la rissa. La mania che non risparmia neppure personaggi importanti: il sito Drudge Reports ha riportato che persino John Edwards, candidato alla vicepresidenza americana nel 2004 insieme a John Kerry, avrebbe cercato di trovare una via preferenziale per avere la nuova console in anteprima. Opportunista. Il mondo dei fondamentalisti da videogame non lo voteranno mai. Follia. Però se glielo chiedi, i protagonisti dell'isteria collettiva dicono che non c'è nulla di strano: «La qualità della grafica è stratosferica». Ci mancherebbe. È un mezzo motivo, però. La verità la raccontano quelli un po' più distaccati, come i fan che adesso sono in coda per il Nintendo. Parla sempre Greg: «Le aziende ne mettono in circolazione poche per creare l'attesa e alimentare la voglia di averla. Noi fanatici siamo tanti e vogliamo vincere. Altrimenti non saremmo appassionati di gioco. È sempre una sfida con gli altri. E con se stessi».
È la generazione degli incapaci di aspettare: tutto e subito. Il costo è un dettaglio marginale. Seicento dollari per la Playstation 3 e trecento adesso per il Nintendo Wii. Anche il rischio è contorno. Allora in Connecticut due persone armate hanno cercato di rapinare una fila di persone in attesa alle 3 del mattino di fronte ad un centro commerciale Wal Mart, a Putnam. Colpi di pistola: un ferito. In Kentucky altri proiettili: la gente in coda colpita da pallottole di pistole ad aria compressa sparate da qualcuno arrivato troppo tardi. A Milwaukee un giovane è rimasto travolto nella ressa delle persone in corsa all'apertura delle porte di un altro Wal Mart: è finito in ospedale. A Englewood, in Ohio, tre ragazzi arrestati quando hanno minacciato con la pistola i commessi e sono fuggiti con cinque console. A Sullivan, in Indiana, ci poteva scappare il morto: dopo 36 ore di fila, due persone hanno tentato di derubare un cliente che era riuscito a prendere la console. Una coltellata al petto. Salvo per miracolo. L'incredibile. Mania e interesse.
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