Le risse in gradinata uccidono i nostri colori

Le risse in gradinata uccidono i nostri colori

Leggo: «Ancora botte in Gradinata Nord» e più sotto testimonianze da brividi. Conclusione: Gradinata da schifo!
Non ero presente alla partita pur essendo abbonata, ma le testimonianze sono tutte uguali. Una parte dei ragazzi ha perso la testa malmenando le persone che sostenevano il Presidente con le mani e con la voce. Vergona, vergogna, vergogna!
Chi credono di essere per insultare con scritte e volantini vari l’unica persona che ci ha salvato dal fallimento? Se sono in possesso di qualche verità la dicano convocando un’assemblea aperta alla città per spiegare i motivi del loro dissenso ma, la smettano di lanciare fango su un’intera tifoseria ritenuta la più corretta coinvolgendola in una sceneggiata che non le appartiene per cultura e serietà, per l’eredità ricevuta dai nonni che hanno trasmesso i valori di lealtà - non violenza - rispetto delle regole e l’amicizia con il compagno nella differenza culturale politica e sociale voluti da Spensley quando il 7 settembre 1893 fondava la «Prima squadra di calcio».
Possibile che questi ragazzi non abbiano ancora capito che fanno il gioco di persone legate al «ciclismo», che desiderano fare un’unica squadra per annullare i nostri colori? Questo è il pensiero che ho dal 14 giugno 2005 quando è iniziata la persecuzione contro il Genoa e il suo Presidente, pensiero che mi ha sempre acccompagnato, che oggi è diventato realtà dai fatti successi in gradinata.


Chi ha dato informazioni non vere ai ragazzi tanto da dividere la tifoseria in questo modo vergognoso? Ho due nipotini in gradinata, «Guai a chi me li tocca» e voglio siano liberi di esprimere la loro opinione senza intimidazioni. La Nord si compatti per isolare i violenti per ritornare ad essere unica-mitica e tinta solo di rossoblù. Vorrei tanto delle risposte, come vorrei il volantino di lunedì.

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