Cronaca locale

Un ristorante su quattro in mano a stranieri: campagna dell’Asl sulla sicurezza alimentare

I ristoranti etnici non possono essere una «terra di nessuno». Le imprese straniere a Milano sono già il 23 per cento nel settore della ristorazione (più della metà cinesi), e il 15 per cento nel dettaglio alimentare (a maggioranza arabi). I sapori della gastronomia multiculturale però non possono compromettere la sicurezza alimentare dei clienti. Per questo Azienda sanitaria ed enti bilaterali di terziario e pubblici esercizi hanno reclutato e formato degli specialisti, incaricati di promuovere il rispetto delle norme che disciplinano la somministrazione alimentare, assistendo imprenditori e lavoratori stranieri alle prese con regole e procedure nuove, quelle del nostro Paese.
Ma accanto alla «carota» dell’informazione e della prevenzione, la strategia prevede l’impiego del bastone-repressione. Sono stati 5480 i controlli operati nel 2008 dal dipartimento Prevenzione dell’Asl, 740 rivolti a operatori etnici. Nel 60 per cento dei casi sono state riscontrate delle irregolarità. Una percentuale che non cambia di molto fra gli esercizi italiani e quelli etnici. La gran parte delle infrazioni - 866 - riguardano le norme di igiene; mentre sono pochissime quelle concernenti etichettatura o presentazione dei prodotti. Supera il milione di euro il valore delle sanzioni pagate dai trasgressori. Settantasette le attività chiuse o sospese per irregolarità gravi.
L’altro attore protagonista della lotta alle sofisticazioni alimentari sono i Nas dei Carabinieri, guidati a Milano dal capitano Paolo Belgi. Nel 2008 hanno operato 976 ispezioni, riscontrando 668 infrazioni (in aumento dal 2007) e 451 illeciti amministrativi. Sette gli arresti. Le somme pagate sfiorano i 120mila euro; 193 le persone segnalate all’autorità giudiziaria, 329 all’autorità amministrativa, 154 i campioni prelevati per analisi, 18 le chiusure operate dai carabinieri, 6 i sequestri, 172 tonnellate di prodotti e 170mila confezioni.
La fase sperimentale del progetto di Asl ed enti bilaterali sarà avviata a dicembre, per concludersi a marzo. Gli «inviati» delle associazioni di categoria sono tre, uno per ognuno dei gruppi etnici maggiormente diffusi: cinesi, arabi, sudamericani. Terranno corsi gratuiti in lingua sull’igiene e la sicurezza alimentare, corsi che saranno invitati a seguire coloro che si renderanno protagonisti di violazioni.

Alla presentazione ha partecipato l’assessore al Lavoro Andrea Mascaretti: «L’amministrazione comunale - ha ricordato - ha avviato lo studio della lunga filiera alimentare “dal seme-al piatto” per individuare le figure professionali coinvolte e le competenze che devono possedere, e per promuovere attività di formazione per gli operatori della sicurezza alimentare».

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