Ristoranti troppo cari, scendono gli incassi

Ristoranti troppo cari, scendono gli incassi

Gianandrea Zagato

Crostini d’antipasto, tortelloni di zucca, orecchio d’elefante e torta meneghino: quaranta euro, bevande escluse. Scontrino che include la coda di trenta-minuti-trenta per sedersi al tavolo e altrettanti in attesa del servizio. L’alternativa è un piatto di polenta vuncia con una fetta di bitto: conto diciassette euro, inclusa una bottiglietta d’acqua da 50 cl. Ma se anche trentaquattromila vecchie lirette sono di troppo, be’ non resta che una bollente frittella a due euro. Sintesi dei menù offerti dai trenta punti di ristoro della Festa dell’Unità. Caro? Interrogativo che va preceduto dalla valutazione gastronomica: piatti così così, dicono gli esperti assaggiatori, e servizio molto alla mano, forse troppo.

Impossibile però pretendere di più: siamo alla Festa dell’Unità, la sessantesima kermesse della Quercia dove il post-salamella piange miseria. I conti non tornano, infatti: c’è un buco, anzi una voragine rispetto al preventivo, «dalle proiezioni attuali non arriveremo al pareggio» conferma Nora Radice, regista della festa (...)

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica