Rita Marcotulli traduce in jazz il rock dei Pink Floyd

Stasera all’Auditorium andrà in scena un particolare omaggio ai Pink Floyd. Us and them, noi e loro, questo il nome della serata in Sala Sinopoli, sarà un’occasione per raccontare la storia della band inglese, ascoltare la loro musica, celebrare la loro creatività. In apertura una «lezione di rock» di Gino Castaldo ed Ernesto Assante; nella seconda parte, un gran concerto jazz con Rita Marcotulli al pianoforte, Raiz alla voce, Andy Sheppard ai sassofoni, Giovanni Tommaso al contrabbasso, Matthew Garrison al basso elettrico, Fausto Mesolella alle chitarre, Michele Rabbia alle percussioni e Alfredo Golino alla batteria. L’idea è di Rita Marcotulli, che nel 2006 ha presentato il concerto The light side of the moon, rileggendo in chiave jazz brani famosi e meno famosi del gruppo britannico. Per l’evento di stasera, la pianista romana ha messo in piedi un gruppo atipico: un quartetto jazz classico con Sheppard, Tommaso e Golino, affiancato da strumenti e musicisti meno legati al jazz. Ecco il perché della chitarra elettrica di Fausto Mesolella (Avion Travel), del basso elettrico di Matthew Garrison (in tour con Pino Daniele), delle percussioni e degli «electronic sounds» di Michele Rabbia, della voce di Raiz. Gli arrangiamenti non stravolgono gli originali, né nello spirito né nel sound, riuscendo ugualmente a diversificarsi e imprimere alla materia preesistente una impronta originale, ricca di inaspettati punti di fuga. I brani sono stati scelti da periodi diversi. Ai pezzi più psichedelici e innovativi (Astronomy Domine, Set the controls for the heart of the sun) si annodano quelli di matrice più folk-rock (Cirrus minor, Cryng song, Goodbye blue sky) e quelli più celebri (Money e naturalmente Us and them). Nelle note di copertina dell’album si legge quanto segue: «È jazz? Sì, anche. È rock? Sì, certo.

Più di ogni altra cosa questo è un insieme di suoni, ritmi, improvvisazione e scrittura definita in continuo divenire. Una sorta di esperanto in musica, libero e coinvolgente». Lo si potrebbe definire jazz psichedelico mediterraneo.

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