Milano - E d’accordo, le Labelle sono quelle di Lady Marmalade, impossibile non riconoscerle. Con quel ritornello - «Voulez-vous coucher avec moi, ce soir» - nel 1975 hanno avuto un successo clamoroso e da allora salvano i deejay nelle discoteche di tutto il mondo: quando la pista è vuota, ecco che parte quel brano, un piccolo gioiello di un soul che era già pronto a diventare disco dance. Nona Hendryx, Sarah Dash e Patti Labelle avevano iniziato nel 1961, loro tre amanti del jazz e del gospel, e fino al 1976 mescolarono soul e glam rock, voci stellari e costumi ridicoli, cantando brani come Groovy kind of love (poi rilanciata da Phil Collins) e salendo su palchi pacchiani e smisurati. Poi bye bye. Adesso le Labelle ritornano e il loro nuovo cd Back to now, che uscirà in primavera in Italia prodotto da Lenny Kravitz e Wyclef Jean, non è mica male. E domani saranno di nuovo in scena per la prima volta da chissà quando e proprio là, all’Apollo Theatre di Harlem, dove è passata la storia della musica, da James Brown fino a Ella Fitzgerald. «Accidenti, al solo pensiero mi tremano le gambe», dice Nona Hendryx, che invece ha la voce placida e calda delle dive di una volta, quelle che sembrano vivere su di un altro pianeta.
Nona Hendryx, ma perché le Labelle tornano proprio adesso?
«Già, sembra un’eternità da quando ci siamo separate. Diciamo che ci è successo come nei migliori matrimoni: dopo un po’ ci si annoia». E così ciascuna di noi ha preso la sua strada, naturalmente diversa da quella delle altre».
Però nel frattempo siete entrate nella storia della musica.
«Mi fa quasi impressione dirlo, ma è vero: siamo un pezzo di storia del soul americano».
E dire che eravate partite insieme da un ghetto.
«Erano i tempi di John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca».
Adesso c’è Obama.
«Vero che nella vita c’è sempre un filo conduttore capace di guidare i destini? Però quanto è cambiata la musica da allora».
Quanto?
«All’inizio potevamo cantare praticamente solo per i neri, vivevamo una realtà parallela. Poi le cose si sono lentamente evolute. Ma noi ci siamo sempre impegnate per i diritti umani, anche nel 2006 abbiamo inciso per una colonna sonora il brano benefico Dear Rosa, dedicato a Rosa Parks. E Patti Labelle e Sarah Dash hanno seguito da vicino la campagna elettorale di Obama incontrando anche sua moglie Michelle».
Intanto avete registrato un nuovo cd, il primo dopo 32 anni.
«E scommetto che sarà una sorpresa per tutti. Noi non siamo solo quelle di Lady Marmalade».
È difficile convivere con un brano così famoso?
«Difficile no. Siamo state fortunate, agli artisti non capita spesso di fare un colpo del genere. Sappiamo di esser riuscite a far felice la gente, vi sembra poco? Ci hanno imitato in tanti».
Anche Christina Aguilera, Lil’ Kim, Mya e Pink l’hanno ricantata per la colonna sonora di «Moulin Rouge».
«Bella versione. Specialmente la voce della Aguilera è spettacolare».
E le vostre come sono, dopo tanto tempo?
«Più mature, senz’altro. Ma forse più entusiaste: adesso abbiamo il vero senso della musica».
Anche dal vivo?
«Altrimenti avremmo deciso di fare un tour in Europa il prossimo anno? Magari verremo anche in Italia. D’altronde il produttore dello show all’Apollo è proprio un italiano, il bravo Massimo Gallotta. E magari quel famoso filo conduttore dei destini il prossimo anno ci porterà a cantare anche da voi».
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