Il ritorno di Magritte tra surrealismo e naturalismo

Non trascurate le didascalie con i titoli delle opere: sono parte sostanziale della loro grandezza. Quando ci si accosta all’arte di René Magritte, il maestro belga campione del Surrealismo, davvero il titolo da lui scelto per suggerire il senso della sua pittura risulta imprescindibile. A Palazzo Reale si inaugura oggi una nuova mostra a lui dedicata.
Curata da Michel Draguet, l’esposizione può contare su importanti prestiti dalla prestigiosa istituzione da lui diretta, il Musées Royaux des Beaux Artes del Belgio, e presenta un centinaio di opere firmate da René Magritte (1898-1967) seguendo il percorso cronologico della loro creazione. Si comincia con alcuni dipinti di stampo futurista, quasi sconosciuti, per proseguire con la produzione degli anni Venti e Trenta che prepara ai fecondi anni Cinquanta, quelli più noti al grande pubblico. «Magritte. Il mistero della natura» è il titolo scelto per una mostra, prodotta anche dal comune di Milano, che vuole indagare l’audace rapporto tra il pittore surrealista e l'elemento naturale. «La natura è onnipresente nel suo percorso artistico - ha detto Michel Draguet -. Fornendo da un lato una miriade di temi che l’artista esplora e combina a piacere e costituendo dall’altro canto la cornice di ogni cosa, la natura è il contenitore a partire dal quale si determina ogni forma di conoscenza».


Ecco allora la celeberrima mela verde con una maschera da Carnevale («Souvenir de voyage»), la nota colomba di «Le retour», i suadenti cigni de «L’art de la conversation» e poi il gioco con la cultura del passato che cita, e stravolge. Palazzo Reale, da oggi fino al 29 marzo. Ingresso: 9 euro.

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