Il ritorno di Sgarbi in tv: "Col mio canto libero sfido Roberto Saviano"

Il 18 maggio apre finalmente la trasmissione Rai più discussa dell’anno. Il critico racconta come sarà: "Arte, cultura, grandi ospiti. Ma il fulcro saranno i miei monologhi, tre a serata"

Il ritorno di Sgarbi in tv: 
"Col mio canto libero 
sfido Roberto Saviano"

Buongiorno Vittorio Sgarbi, stavolta si fa sul serio?
«La data è decisa, cominciamo mercoledì 18. Avrei preferito il lunedì, ma ci saremmo imbattuti nei risultati elettorali. Materia complessa...».

E la co-conduttrice è stata decisa?
«Probabilmente saranno tre o quattro. Anche oggi ne devo vedere una. Loro sono le conduttrici io il condottiero».

Si è parlato di Giletti, Sposini e Timperi, ma si dice che abbia scelto Margareth Madè, la protagonista di Baarìa.
«Con la Madè ho parlato al telefono, adesso devo incontrarla. Per la conduzione c’erano due ipotesi: un volto di Raiuno che mediasse le mia presenza per il pubblico della rete; oppure la “soluzione Celentano”, con una figura femminile che accompagna il protagonista. Ho scelto la seconda strada».

Si parla di Monica Marangoni e di Madalina Ghenea, quella dello spot con Raoul Bova e la Mannino.
«La Marangoni è un’interna Rai, ancora poco nota, già collaudata in Magic Italia. È l’unica sicura anche se le mancano un po’ di curve. Invece la Ghenea le curve le avrebbe, ma ancora non posso confermarla».

Invece si sono persi per strada Oliviero Toscani, Filippo Martinez, Francesca Lancini...
«Toscani si era autoproposto, ma voleva mezzo milione di euro a fronte degli 80 che gli avevamo offerto. Si poteva chiudere a cento. Invece ha dato quell’intervista al Fatto quotidiano... Martinez ha litigato con Carlo Vulpio e con Luigi Mascheroni, infine ha chiesto un contratto per suo figlio sul quale non potevamo accontentarlo. La Lancini è venuta da Berlusconi, tutto bene. Poi ha cambiato idea. Nella squadra c’è Irene Ghergo e forse assumerò il direttore di Sette Giuseppe Di Piazza. Da qualche giorno c’è anche Tatti Sanguineti».

Tanti nomi cambiati...
«Hannibal mi piaceva molto, ma era troppo duro. Fuoco amico l’abbiamo scartato per la guerra. Il mio canto libero è il migliore sia per la passione per Battisti, da contrapporre a Paolo Conte di Fazio-Saviano, sia per l’idea di parlare su un tema con libertà. Abbiamo anche l’autorizzazione di Mogol, alla faccia del Fatto...».

Che però sui compensi ci ha preso, lei percepirà un milione di euro...
«Il mio è un compenso omnibus per tutto l’anno e comprende altre ospitate, a Domenica In eccetera. Ho firmato anche la rinuncia al risarcimento per sette anni di partecipazioni gratuite. In accordo con il presidente dell’Agcom Giovanni Calabrò ho ottenuto di superare la tagliola della par condicio: chi ha detto che il sindaco di Salemi non può fare un programma culturale perché si vota a Milano o Napoli?».

Chi ha visto lo studio dice che è bellissimo...
«È ispirato a Villa Madama, dove Berlusconi ha ricevuto Sarkozy. Un luogo rinascimentale con gli affreschi di Raffaello, volte, statue, un posto dell’anima realizzato dall’architetto Calzavara».

La prima puntata sarà su Dio: ambiziosetto no?
«Dovevamo iniziare il 2 maggio ed eravamo legati alla beatificazione di Wojtyla. Dio vuol dire santità, bellezza, arte. Parlerò del duomo di Monreale, di Caravaggio. E anche di grandi santi come san Francesco, Padre Pio e Giovanni Paolo II».

Ospiti?
«Il vescovo di Noto, Antonio Staglianò e poi la Nannini o Patty Pravo che canta Il Paradiso. Vorrei convincere anche Riccardo Muti».

La seconda puntata sarà sulle donne.
«Potrei invitare Anna Bonaiuto e Margherita Hack, parlare di Saffo, di scrittrici medievali».

Il fulcro saranno i suoi monologhi: una sfida a distanza con Saviano.
«Saranno tre a serata. La sfida con Saviano è la ragione della trasmissione. Fazio disse: questo è il nostro programma, chi vuole ne faccia un altro. Giusto, anziché censurare conviene aggiungere altre voci. Anche l’arrivo di Ferrara nasce da un mio suggerimento».

Ferrara non va benissimo...
«Lo so, io ho buttato lì solo il nome. Ma lui se la cava con pochi minuti, io invece devo mettere su un programma di due ore, una faticaccia per me che sono un solista, un tenore, non un architetto come Ferrara».

Che ascolti si aspetta?
«Di solito porto 2-3 punti di share al programma che mi ospita. Se la media di Raiuno è del 21%, diciamo 23-24».

E se non funzionasse?
«Io e Ferrara potremmo scambiarci i programmi.

Ci sono due persone al mondo che invidio: una è Ferrara. L’altra è Bonolis, che però mi sta molto sulle scatole. Con lo spot del Paradiso becca un sacco di quattrini. Infatti, io ho ambientato il mio promo all’Inferno. Ma di soldi ne becco meno».

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