Roma

Dal «ritratto» di Truffaut ai progetti di Piano

In programma anche le confessioni di uno dei pionieri del cinema hard

Quando il capoluogo veneto è città del cinema per eccellenza, a settembre, a Roma Palazzo Venezia si fa patria indiscussa della migliore produzione di documentari per il grande e piccolo schermo. E ci sarà spazio per filmati di mille tipi, nel concorso ideato dall’associazione Doc Fest: oltre al cinema la musica (dalla classica alle sperimentazioni più ardite, dall’etnomusicologia alla musica leggera, jazz, pop e folk), la danza (balletto classico ma anche moderno e liscio), e poi l’architettura e il teatro.
Una giuria internazionale composta da alcune personalità del mondo dell’arte e del giornalismo assegnerà i premi tra cui il primo assoluto «Luna d’oro».
Pescare nel programma permette di farsi un’idea della varietà di autori, epoche e culture che fanno la grandezza del festival presieduto da Carlo Fustagni: ci sarà un colosso come Glenn Gould accanto alla vita spericolata di Vasco Rossi raccontata da Vincenzo Mollica. Troviamo inoltre il ritratto che Anne Andreau traccia di François Truffaut e quello che Carlo Lizzani ci ha consegnato di Roberto Rossellini e di Luchino Visconti; un documentario su Stanley Kubrick.
Per il filone «Letteraturadocfest», il video che muove dall’intervista di Ludovica Ripa di Meana con il «gran lombardo», Carlo Emilio Gadda oppure Salman Rushdie letto dall’attore e regista Toni Servillo. Ancora, c’è la rabbia poetica di Andrea Zanzotto per lo scempio ai danni della campagna veneta (Indignatio fecit versus, di Massimo Sangermano) e, per l’architettura, l’illustrazione del nuovo progetto di Renzo Piano, il Paul Klee Centre a Berna, per bocca dello stesso architetto, e poi un filmato tedesco sulla Venezia verde, quella dei giardini e cortili nascosti alla vista.
Da segnalare anche la lettura in tre atti dall’opera di Ennio Flaiano (Il minore, ovvero preferirei di no) e il lavoro di Nino Bizzarri sul Flaiano meno noto; di altro genere, L’alieno. Conversazioni con Lasse Braun, ricostruzione di un pioniere del cinema hard.

Una documentaristica per ogni interesse, quindi, che spazia dall’architettura capitolina al mestiere di attrice (un paio di nomi per tutti: Loren, Cardinale), da Yves Montand a Renzo Arbore nella devastazione di New Orleans e a Paolo Conte, da Caravaggio a Picasso e gli astrattisti.

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