(...) scrittore americano in un libro che ha fatto il giro del mondo, dedicandogli una targa nei giardini dello stesso albergo. E per scoprirla domani alle 19 verrà John Patrick, nipote di Hemingway, che con la sua presenza testimonierà non solo la presenza di un parente prossimo che commemora il celebre nonno, ma anche la vivacità intellettuale di cui lHotel Riviera è sempre stato un caposaldo in Liguria.
Infatti da qui non è passato soltanto colui che nel 54 prenderà il Nobel per la letteratura, ma anche altri illustri intellettuali quali Ezra Pound, notissimo innamorato di Rapallo, e William B. Yeats.
Hemingway, che come è ben noto amava i piaceri della vita e in particolare quelli della tavola, quando poteva faceva sempre un salto in Italia. Non bisogna dimenticare, infatti, che fu proprio nel Bel Paese che sperimentò il suo primo soggiorno Oltreoceano venendo a fare il conducente di ambulanze della Croce Rossa durante la Prima Guerra Mondiale. E vi rimediò anche una ferita piuttosto seria che per poco non lo mandò al creatore. E fu sempre su territorio italiano che a quanto pare conobbe la donna che più tardi diventerà la sua prima moglie.
Veniva in Italia, ma soprattutto in Liguria. Non è un caso, infatti, che dedicò un altro di quei 49 racconti a Genova descrivendo la sua traversata della città in una uggiosa giornata invernale durante la quale si beccò anche una multa da un troppo solerte fascista in bicicletta.
LHotel Riviera, invece, è stato inaugurato sulla passeggiata a mare di Rapallo nel dicembre del 1905. A quellepoca il turismo era un lusso per pochi in Liguria. A ponente brillavano le stelle balneari di Bordighera e Alassio, mentre una luminosa Pegli veniva pomposamente chiamata «la perla della Liguria». Un treno che partiva dalla stazione di Milano faceva capolinea proprio a Pegli, scaricando sul suolo ligure moglie e figli della buona borghesia meneghina. A levante il Tigullio restava larea più ambita, con Rapallo e Santa Margherita che si contendevano i turisti che sbarcavano al mare. In tempi in cui le nebbie della pianura padana uccidevano migliaia di sfortunati minati dallinguaribile tubercolosi, il mar ligure sembrava il toccasana per poter respirare unaria leggera e balsamica.
Ricchi magnati, nobili e teste coronate approdavano nel Tigullio portandosi i loro giganteschi bauli ricchi di ogni ben di Dio. E non mancavano neanche inglesi e americani.
Non è dunque un caso che anche in tempi più recenti tra gli ospiti illustri dellHotel Riviera appaiano nomi come quello della Duchessa di Kent, cugina della regina Elisabetta dInghilterra, del celebre navigatore neozelandese Sir Peter Blake, del giovane Juan Carlos di Borbone non ancora re di Spagna, e di Carlo Rambaldi, padre di Et. Ma non mancano neanche personaggi come Max Beerbohm, saggista e critico drammatico inglese, Hugo Pratt, compianto e indiscusso maestro del fumetto moderno, e anche Elettra Marconi, figlia del ben più noto Guglielmo che proprio nel Tigullio compì i suoi primi esperimenti con il telegrafo senza fili.
A parlare di Hemingway e del suo soggiorno a Rapallo sarà Massimo Bacigalupo, docente di Letteratura Americana presso lUniversità di Genova, che riporterà indietro di quasi un secolo gli oltre cento invitati alla cerimonia raccontando di quando lo scrittore alloggiava nella camera 56 (un luogo culto, ormai) e del ritratto che il signore e la signora Hemingway si fecero fare dal pittore Henry Strater proprio in quella camera dalbergo.
«Il primo a dirigere lalbergo fu mio nonno Angelo - dice Claudio Gambero che dal 1986, con la moglie Silvana, è al timone della struttura - In seguito, invece, il testimone è passato a mio padre Max che ha gestito il Riviera fin dal 1935 quando ritornò a Rapallo da Parigi, dove aveva lavorato nei più grandi alberghi della capitale francese».
Lesperienza era servita non poco a Max Gambero, visto che da quel momento la sua sensibilità professionale si affinò ulteriormente.
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