Care donne oggi è la nostra festa, ormai per tradizione, anche se un po sfiorita. Sfoggiamo il rametto di mimosa per le strade come simbolo di distinzione, come conquista dellemancipazione femminile. Ma l800 è lontano e noi donne ci siamo faticosamente conquistate la parità dei diritti (anche se i residui maschilisti sono duri a morire). E dunque proprio oggi vale la pena di farci una domanda: per essere soddisfatte bisogna necessariamente avere un lavoro ben retribuito e dunque essere indipendenti economicamente? In Italia milioni di donne risponderebbero di sì. Il Censis conferma questa convinzione sfoggiando gli ultimi dati di una ricerca. È innanzitutto diminuito il numero di casalinghe in circolazione. Tra il 2000 e il 2010 se ne contano ben 833mila in meno. Le donne più giovani poi, considerano fare la massaia una grande sconfitta sociale. Per di più non è per niente trendy, assolutamente fuori moda. E in un decennio sono calate del 30%. Bisogna arrivare alla mezza età per avvertire un leggero ripensamento. E solo allora un mini esercito di donne, forse anche spinte dalla crisi e dalla mancanza di turn over nel lavoro, si trasforma, obtorto collo, in massaia.
In generale, dunque, alle italiane non piace restare in casa a badare ai fornelli, alle faccende domestiche e ai figli. Preferiscono uscire la mattina vestite di tutto punto e sedersi dietro una scrivania. Staccare la spina, insomma, per qualche ora. Anche perché, al rientro a casa, non cambia nulla. Nelle famiglie con figli la quasi totalità delle donne, occupate o non occupate, continua comunque a svolgere i lavori domestici sia pure con meno convinzione. Il tempo dedicato alla cura della casa si è ridotto di ben 7 ore settimanali e questo anche perché i mariti in casa si danno da fare con piatti e bambini. Più al Nord, meno al Sud, ma un po ovunque sembra retaggio del dopoguerra limmagine del padre-padrone che incrocia le gambe sul tavolino e si mette a leggere il quotidiano al rientro dal lavoro.
I tempi, per fortuna, sono davvero cambiati. Le tendenze anche. E la donna che insegue a tutti i costi un ruolo nella società produttiva è vincente in Italia ma sembra paradossalmente retrò allestero. In Inghilterra, per esempio, si va in direzione opposta. Unindagine dellOffice for National Statistics britannico, organizzata dal primo ministro del Regno Unito, David Cameron, dimostra che le casalinghe sono felici e soddisfatte della propria vita tanto quanto le donne che lavorano. Non cercano affatto di emergere né di trovarsi un impiego che le gratifichi. Stanno bene così. È questo il loro modo di emanciparsi.
Il sondaggio, che ad alcuni può sembrare incredibile, è stato condotto su un campione rappresentativo di 80mila persone. Tra queste, il nutrito drappello delle mamme/casalinghe ha affermato di essere appagato dalla propria vita, dal tran-tran domestico. Al contrario, udite, udite, gli insoddisfatti sono loro, i mariti che vanno in ufficio tutte le mattine, più stressati dalle preoccupazioni per il futuro, il posto di lavoro, il mutuo da pagare e così via. Cè unaltra sorpresa. Le coppie sposate si sono dette più soddisfatte rispetto alle unioni di fatto, mentre quelle con figli sentono di avere uno scopo in più nella vita.
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