V oglio un Natale vintage. Lho capito scendendo dalla scala dopo aver sapientemente avvolto al vecchio albero in giardino un serpentone made in Cina di luci e led colorati che pareva una canna per innaffiare tanto era spesso. Nel farlo non avevo però provato il piacere acrobatico di aggrovigliarmi ai rami insieme con un sottile filo, verde e approssimativo, come si faceva una volta. Stendere le luci sigillate del serpentone era invece stato freddamente semplice: dentro cera unanima di fil di ferro plasmabile che quasi sincollava ai rami per come si lasciava applicare con facilità. Voglio un Natale vintage perché quando sono rientrato in casa e da dietro la finestra ho acceso e guardato fuori non sono stato accarezzato dal dolce alternarsi dincespicanti e traballanti lucette. In giardino era come si fosse acceso il palco di lady Gaga tanto il ritmo frenetico dei led cinesi abbagliava e non aveva nulla a che fare con il Natale, semmai con un rave party.
Voglio un Natale vintage perché non sopporto di vedere quei pupazzi di Babbo Natale arrampicati sulle finestre come ladri impacciati e se fossi il Babbo Vero eviterei quelle case e che diamine! Voglio un Natale vintage perché mi è venuta tristezza quando ho incontrato in piazza lennesimo svogliato e finto Babbo Natale che faceva ciao ciao ai bimbi con laggravante, però, che dietro il barbone bianco avevo riconosciuto quel cretino che due giorni prima era passato a cento allora in una via del centro e che avevo mandato a quel paese e lui si era fermato e mi aveva detto «...zo vuoi?» e io gli avevo detto «così uccidi le persone» e lui aveva detto «inizio da te» e io mi ero calmato.
Voglio un Natale vintage perché mi piange il cuore nel vedere i figli che crescono e come in un conto alla rovescia e dieci e nove e otto e sento che presto finirà anche per loro la poesia dei doni che arrivano di notte e del magico risveglio. Lo voglio vintage, il Natale, perché credo che anche per loro sarebbe meno traumatico affrontare il sogno che si spezza affidandosi a un bianco Natale con i canti di un tempo e non le sciocchezze sonore di adesso, e le luci di un tempo e non i led psichedelici di adesso, e soprattutto senza questaddobbare e luccicare e confezionare così perfetto, così scenografico, così curato nei dettagli.
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