(...) Gli altri quaranta rinviati a giudizio sono tutti cinesi, che rispondono a vario titolo dei reati di adunata sediziosa, interruzione di pubblico servizio, resistenza, oltraggio, violenza e lesioni volontarie a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il gup Tutinelli, inoltre, ha accolto la costituzione come parte civile del Comune di Milano (per i danni arrecati allarredo urbano), e di alcuni vigili urbani (rimasti feriti negli scontri), fissando la prima udienza del processo per il prossimo 3 giugno, davanti alla quarta sezione penale del tribunale.
Accade tutto nel corso di una mattina. Il 12 aprile 2007 è un giovedì. Intorno alle 9 Rouwei Bu, cinese di 25 anni con permesso di soggiorno in scadenza, viene multata da una vigilessa perché trasporta in auto merce ingombrante. Tre ore dopo, la donna incontra in via Paolo Sarpi la stessa vigilessa, fa cadere la bimba che ha in braccio e la colpisce con un pugno. Lagente chiama i soccorsi, ma altri cinesi arrivano a circondare lauto dei ghisa. Solo lintervento di alcuni agenti della Polizia di Stato permette di creare un varco per far allontanare la pattuglia. Sono le 12.50. A usare lo sfollagente per primo è un ispettore che vede «un cinese con in mano una bottiglia che stava per lanciare verso gli operatori», scrive la Digos in una relazione. Lagente usa il manganello per far cadere la bottiglia e poi, vedendo che il cinese sta tentando di raccoglierla, lo immobilizza, mettendogli le manette.
Sempre in base alla ricostruzione, il cinese «si lascia cadere per terra fingendo di perdere i sensi». La folla, a quel punto, è fuori controllo. Si tratta di circa 150 persone. Dopo le cariche della polizia in via Niccolini, i manifestanti si raggruppano in via Sarpi organizzando un corteo che, nelle intenzioni, deve arrivare fino in piazza Duomo.
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