Roma - Tonino sacrifica tuo figlio sull’altare della coerenza. Il coro dei sostenitori non perdona. Come ha insegnato a non perdonare la guida, il politico censore. Sono calchi viventi di Di Pietro i fedeli del suo blog. Ma l’emulazione sta virando nel grottesco: l’ex pm è messo alla sbarra dalle sue creature. Un incubo in cui i fan diventano dei Di Pietro, i sostenitori dell’accusatore più querelanti del magistrato. Lui sul banco degli imputati, loro ad arringare.
Caccia via Cristiano, tuo figlio, perché le raccomandazioni non saranno reato ma «non si può fare un peso e due misure». Perché poi Tonino, gli scrivono su Internet gli amici cuori di pietra, «perdere Cristiano non sarà certo una tragedia per la politica italiana», valuta Maria Fiore. Ma tenerlo forse sì.
Dal blog sale la protesta, montano i dubbi, cova il sospetto che Di Pietro sarà sì «speranza» dell’Italia, ma stavolta deve intervenire su suo figlio benché non indagato, deve cacciare il sangue del suo sangue che nelle intercettazioni sulle tangenti di Napoli chiedeva «favori» al procuratore Mautone e promuoveva nomi di consulenti amici.
Papà Tonino prima aveva ammonito il figlio, consigliere provinciale a Campobasso («ha sbagliato»), poi lo aveva difeso, poi ancora, in un’intervista a Repubblica di ieri, gli ha mollato uno scappellotto: «Che gli serva da lezione». A Cagliari nel pomeriggio ha assicurato: «Nessun complotto contro di me». Ma la base chiede di più: Tonino mandalo via.
Scrive Carlo Cipriani da Firenze: «Occorre mettere ordine nella propria casa prima di cercare il colpevole fuori. Al direttivo provinciale di domani sera, 29 dic., ci sarò con le dimissioni pronte, se Cristiano non lascerà l’Idv prima».
È dura essere dell’Italia dei valori di questi tempi: «Mio nipote, un quadrano di 16 anni - si sfoga Cipriani - non fa che sfottermi, che anche lui c’avrebbe degli amici suoi da sistemare: prenderlo a ceffoni non posso, ma andarmene da Idv sì».
«Ma come le è venuto in mente di mettere suo figlio in politica?», si dispera Alex, un altro sostenitore: «Se vuole conservare una speranza per l’Italia, solo una in questo momento, e cioè Idv, il figlio Cristiano deve dimettersi ed uscire dalla politica. Anche se ha solo segnalato qualcuno». Di Pietro a confronto con i suoi fan è un garantista: Cristiano deve essere buttato fuori perché «non sono graditi eredi, né imprese di famiglia in politica» e perché «la mentalità della raccomandazione non deve trovare posto in un Paese civile e chi fa una volta la raccomandazione quella mentalità ce l’ha e non aspettiamo che a 35 anni cambi». Un altro si accoda alla richiesta.
Messaggio delle 12.43 di «Kdonak»: «Come giustamente sono stati messi da parte gli assessori Idv della Campania anche suo figlio dovrebbe lasciare il posto a persone che non devono ricorrere a questi tipi di errori». Altrimenti «caro Tonino continuiamo a ricadere sempre nelle stesse nefandezze che lei tanto critica da tempo». Sarebbe «un gesto storico che mai nessun politico si è permesso di fare fino ad ora, un gesto da grande uomo».
Il blog presenta il conto alla sua guida politica. E sulla lavagna dell’accusa c’è scritto: coerenza. «Per la sua coerenza e la coerenza del suo partito...», suggerisce un sostenitore. Scaricare Cristiano per far vivere il partito.
Alle 14.17 Maria Fiore appuntava: se non si interviene su Cristiano, «domani creiamo un precedente grave per cui un politico con i controcoglioni e sostanzialmente senza macchie (Di Pietro senior ndr) che può fare tantissimo per il Paese, venga cacciato per una caduta di stile... le cose si devono vedere con una visuale ampia». Un colpo d’ala sarebbe per Di Pietro far dimettere Cristiano, gli consiglia la base, mors tua vita mea. Sandro Carlucci scrive un messaggio a suo modo commovente: «Forza Presidente. È necessario. Sappiamo benissimo che sacrifichiamo una persona che non ha commesso niente di penalmente rilevante (forse). Ma serve farlo. Per la causa collettiva. Non sarà né il primo né l’ultimo che pagherà sulla propria pelle per atteggiamenti immorali. Serve un sacrificio».
Se non accade, se Di Pietro non si comporta da Di Pietro ma da padre, se non punisce ma chiude gli occhi, «Idv muore in tre giorni», perché «non si può permettere di predicare bene e razzolare male», polemizza Franco alle cinque del pomeriggio. Più passano le ore e più i Di Pietri si associano.
Ecco un altro messaggio, imperfetto ma appassionato, inviato da Me.An: «On.
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