Se il genovese è solito lamentarsi trovando sempre più «magagne» e inadempienze nell'amministrazione di questa, troverà una magra consolazione nel sapere che c'è chi se la passa addirittura peggio: il turista. Fino al 1992, Genova stava alle mete turistiche come Milano al mare. Lontana chilometri. Poi il rifacimento del Porto antico per le «Colombiadi», la rivalutazione del centro storico per il G8 del 2001 e i vari lavori di restauro per «Genova: capitale europea della cultura» nel 2004, hanno dato un altro volto alla città, rilanciandola nel panorama turistico italiano. Detta così sembrerebbe una favola dal lieto fine, ma la verità è un'altra. Se tanto è stato fatto a livello di appeal della città, praticamente nullo, invece, è stato il lavoro in termini di ricezione del turismo.
Per capirlo bastava farsi un giro per la città nella settimana di Ferragosto (anche nella successiva non è cambiato molto), dove orde di turisti (solo all'Acquario si sono contate 60 mila visite da lunedì 16 a domenica 22 agosto) hanno trovato sporcizia, saracinesche dei negozi abbassate, e addirittura portoni delle chiese chiusi. «Ho girato molte città d'arte in Italia - racconta Friedrich, turista bavarese con la passione per la fotografia - ma non mi è mai capitato di trovare una Cattedrale chiusa all'ora di pranzo». A Genova, invece, capita anche questo, dalle 12 alle 15, infatti, San Lorenzo chiude i battenti, senza neanche avvisare della «pausa pranzo» con qualche cartello affisso fuori dai portoni. Se il turista allora decide di desistere e avventurarsi nella città vecchia, per ricercare i luoghi delle canzoni di Fabrizio De André, la delusione raddoppia. «Tutto mi aspettavo di via del Campo fuorché una strada di negozi cinesi, e multietnici in generale, dove di De André non c'è quasi niente, tolta una piccola lapide - confessa incredulo Antonio, turista senese in vacanza con moglie e figlia - Girando il Porto Antico, poi, mi sembrava di essere a Santo Domingo, neanche un genovese e solo extracomunitari e venditori ambulanti. Come se non bastasse molti negozi sono chiusi (compreso quello di Gianni Tassio dedicato a De André, ndr), e la sporcizia nei vicoli è davvero insopportabile. Insomma, la città è bella, ma mi sembra tenuta parecchio male». Emblematico della situazione del Porto Antico è il tratto di strada che collega Ponte degli Spinola a Ponte Calvi (davanti al galeone), dove decine di venditori ambulanti vendono qualsiasi tipo di merce contraffatta, creando continui ingorghi al passaggio del trenino che collega l'Acquario al Museo del mare. «Oramai sono habitué di Genova - confida Elisa, mamma torinese in giro per la Superba con marito e figlia in passeggino - La città è bellissima, con un centro storico meraviglioso e attrazioni come l'Acquario veramente valide.
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