C'è chi vuole rimanere Udc e alleato del centrodestra senza cambiare niente. C'è chi, pur rimanendo nel partito, dice di aspettare e allo stesso tempo parla di terzo polo. C'è chi, la minoranza che sta con Giovanardi, vuole andare con Berlusconi. Alla fine l'Udc ligure si è spaccata in due, anzi, in tre, sull'elezione del nuovo segretario regionale a pochi giorni dal terremoto politico scatenato dal Cavaliere. Se molti delegati, dopo un'ora, hanno lasciato il congresso che si è tenuto ieri mattina allo Starhotel, altri hanno continuato i loro interventi e all'ultimo è uscito vincitore Sergio Cattozzo, appoggiato dal segretario genovese Umberto Calcagno.
«Alle 11 - attacca l'unico deputato ligure dell'Udc Vittorio Adolfo - dopo la mia relazione con la quale annunciavo di ritirare la nostra lista di maggioranza, chiedevo di sospendere il congresso e rinviare tutto aspettando chiarezza a livello nazionale. I delegati di Imperia e Savona se ne sono andati via. C'era la metà di quelli di La Spezia e di quelli di Genova. Occorre confrontarsi sui progetti e adesso non era il momento di elezioni».
«Si sono resi conto - replica Cattozzo - che non avevano più la maggioranza e quindi hanno ritirato la lista. È rimasta soltanto la nostra in corsa e, come prevede il regolamento, sono stato eletto per acclamazione. Molti delegati sono rimasti fino alla fine. L'Udc non è il partito degli eletti. Comunque da domani comincio a lavorare per riaprire il dialogo e parlare con gli amici che hanno lasciato il congresso». «Anche in Liguria - dice Calcagno - è confermata la linea che vuole lUdc come un forte partito autonomo e con i suoi valori non contrattabili. Chi spinge per la creazione di formazioni o partiti nuovi non può avere spazio nellUdc».
Da Nicola Abbondo, capogruppo in regione, a Matteo Marcenaro, consigliere regionale, all'assessore provinciale imperiese Giacomo Raineri. (...)
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