Roberto e la carica dei milleduecento

Roberto e la carica dei milleduecento

(...) Insomma, l’intervista pubblica del nostro direttore Mario Giordano a Claudio Scajola, segna una svolta nella storia del centrodestra ligure. E non solo perchè Giordano - quando non parla di calcio provando a sostenere da impenitente tifoso del Torino che Novellino è un buon allenatore - è un grande intervistatore, capace di non risparmiare niente all’interlocutore. E non solo perchè Scajola si dimostra sempre più uno dei veri leader nazionali del Popolo della libertà: non è un caso se è stato lui, insieme a Gianni Letta, a segnalare per primo il caso delle schede elettorali folli a Giuliano Amato. E, soprattutto, Scajola dimostra una lucidità di ragionamento e una capacità di svariare sui vari temi sul tappeto da vero uomo-ovunque del Pdl.
Quindi, se c’erano 1200 (milleeducento!) persone, l’altra sera allo Sheraton, è certo merito del fatto che l’intervistatore fosse il miglior direttore italiano (anche perchè se dico il contrario mi licenzia) e l’intervistato uno dei veri leader nazionali del Pdl, oltre che il numero uno indiscusso in Liguria.


Ma, oltre a loro, il merito è anche di Roberto Cassinelli, l’organizzatore di tutto l’ambaradan, del suo far politica con garbo, con educazione, senza dimenticare l’umanità, il piacere di trattar bene, l’assoluta mancanza di arroganza, che fa di lui un animale raro, capace di portare avanti anche le battaglie di un galantuomo liberale come Alfredo Biondi, che meriterebbe prestissimo l’elezione a giudice costituzionale.
Roberto Cassinelli non è Einaudi e, da persona intelligente, lo sa. Ma è uno perbene. E i 1200 dello Sheraton, moltissimi giovani, erano lì anche per una persona perbene.

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