Roberto e Rita, un pezzo di Roma alla Parigi-Pechino

«Quello che dobbiamo dimostrare oggi è che dal momento che l’uomo ha l’automobile, egli può fare qualunque cosa ed andare dovunque. C’è qualcuno che accetti di andare, nell’estate prossima, da Pechino a Parigi in auto?».
Era all’incirca di questo tenore l’annuncio apparso sul quotidiano francese Le Matin il 31 gennaio 1907 che diede inizio alla corsa Pechino-Parigi. All’epoca, dei 40 iscritti solo 5 si presentarono alla linea di partenza. Tutto italiano il traguardo: l’equipaggio composto da Scipione Borghese, Ettore Guizzardi e il giornalista Luigi Barzini, malgrado non fosse una gara di velocità, arrivò a Parigi con venti giorni di anticipo sugli inseguitori.
A cento anni di distanza, la gara «parte» da Roma. Tra i circa 130 partecipanti, c’è, infatti, un equipaggio capitolino: Roberto Chiodi e la moglie Rita su una Giulietta TI del ’57, soprannominata «Celestina» per il colore della carrozzeria - unica Alfa Romeo ufficiale della gara -, appositamente attrezzata per la lunga corsa dai meccanici della Scuderia del Portello. «È cominciato tutto per caso - racconta Roberto Chiodi -. Nel settembre del ’68, seguendo l’esempio di alcuni amici, decisi di partecipare con Rita, con cui mi sarei sposato tre mesi dopo, ad una gara automobilistica. La fortuna, che saggezza popolare vuole accompagni i principianti, ci fece aggiudicare il terzo posto. Il gioco divenne passione, d’altronde, nonostante io abbia preso la patente a 23 anni, mi sono sempre interessato ai motori. Per Rita, forse, la scelta è dipesa più che dall’amore per l’auto da quello per il pilota». Da lì è stato un susseguirsi di rally, da quelli italiani ai grandi percorsi internazionali, senza dimenticare il «giro del mondo in 80 giorni», nel 2000, tutti, rigorosamente, su auto d’epoca.
La partenza da Roma è fissata a mercoledì, ma Celestina è già a Pechino ad attendere pilota e navigatrice. Il via alla gara sarà dato domenica, a Pechino. L’arrivo a Parigi è previsto il 30 giugno. In poco più di 30 giorni, seguendo quasi passo dopo passo il percorso di cento anni fa, gli equipaggi attraverseranno la Mongolia, particolarmente problematica per piste incerte, polvere, sassi e possibilità di reperire solo benzina a 70 ottani, «oltre - aggiunge Chiodi - al fai da te meccanico cui saremo costretti, visto che in quelle zone non hanno mai visto auto storiche come la nostra e quelle degli altri partecipanti». Poi Urali, Mosca, San Pietroburgo, Stati Baltici, Danzica, Berlino e, finalmente, Place de la Concorde, al traguardo.

«Ciò che conta in un avvenimento di questo tipo - commenta Chiodi - non è solo la corsa, ma la preparazione che la precede e ciò che la segue. È dal 2004, anno in cui sono state aperte le iscrizioni, che ci prepariamo alla partenza. Durante il viaggio documenteremo tutto con foto, grande passione di Rita, e racconti. Tornati a Roma, ne faremo un libro».

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