È notte fonda, si respira quella stessa paura che attanaglia investitori e risparmiatori sui mercati mondiali. Lo scienziato svizzero Alex Hoffmann, un ricchissimo quarantaduenne, viene aggredito. Qualcuno vuole impossessarsi del suo sofisticatissimo software per supercomputer che consente di orientare gli investimenti secondo le dinamiche del Vix, l’indice che misura la volatilità, cioè la maggiore o minore propensione a rialzi o ribassi improvvisi del mercato. L’indice della paura , che dà il titolo all’ultimo romanzo di Robert Harris, non è immaginazione. È realtà.
E adesso anche il mondo della politica, soprattutto quella italiana, comincia a rendersene conto. Anche se un thriller rende le pratiche degli operatori (i cosiddetti trader ) più avvincenti, in realtà si tratta di un «gioco» nel quale chi vince guadagna tantissimo e chi perde può rischiare il fallimento, indipendentemente dal suo blasone, come sta succedendo ai nostri Btp e come sta rischiando l’Italia.I vincitori, invece, sono molto spesso quelle grandi banche, come Morgan Stanley e Goldman Sachs, che, in momenti di crisi come questo, «prestano» ben volentieri i loro «tecnici» alla politica.
Il procedimento è semplice. Esistono computer dalla memoria molto potente in grado di utilizzare algoritmi (i procedimenti alla base dei programmi) in grado di moltiplicare e accelerare significativamente l’immissione di ordini di acquisto e di vendita di titoli sui mercati: azioni, fondi, obbligazioni e anche tutti i tipi di derivati ( inclusi quelli «tossici» che hanno incancrenito la crisi dei subprime ).
In un millisecondo i possessori di queste macchine possono inviare milioni di ordini e anticipare la propria concorrenza, anche l’ignaro risparmiatore che opera online.
Questa tecnica che si chiama «Hft» ( High frequency trading , operatività ad alta frequenza) e si combina con l’immissione di un particolare tipo di ordinativo, lo «Ioc», che sta per Immediate or cancel
(esegui o cancella), cioè la durata dell’ordine è molto limitata: o lo si esegue in tutto o in parte o si annulla. Con la conseguenza che in alcuni casi questa massa di ordini manda in tilt le Borse. Nei mesi scorsi si sono verificati «crash» a Milano, Parigi, Londra e perfino a New York. In queste situazioni diventa addirittura impossibile individuare il responsabile. «È un incubo - riferisce un operatore- sul monitor compaiono migliaia di ordini ancor prima che tu abbia impostato il tuo e il prezzo sballa». Quanto si guadagna? Tantissimo. Perché non si lucra sul rialzo o sul ribasso nell’arco di una porzione di seduta, ma sull’elevata probabilità che in quella frazione infinitesima di tempo ci sia qualcuno che vuole acquistare o vendere al prezzo che viene offerto. Sono centesimi che moltiplicati per miliardi di transazioni quotidiane producono milioni. Tabb Group, società di consulenza anglo- americana, stima che l’«Hft» rappresenti almeno il 70% degli scambi a Wall Street e che quest’anno tali manovre dovrebbero rendere 5,2 miliardi di dollari (circa 4 miliardi di euro) di profitti ai «supertrader».Solo per il segmento azionario, però.
Basta riflettere su quanto possa essere conveniente inviare milioni di ordini su un Btp decennale che oggi rende circa il 7%, spuntando così superprofitti su un titolo che rappresenta la settima economia del mondo. Superprofitti che ritornano a quegli attori che di questa crisi hanno qualche responsabilità e a cui le stesse istituzioni sono state in qualche misura legate (il passato di Mario Monti e di Mario Draghi è tornato più volte a galla in questi mesi). È il thriller della finanza: capace di rimuovere premier eletti dal popolo, di cambiare abitudini e stili di vita di intere nazioni senza particolari sensi di colpa.
La politica italiana si interroga su questo «giallo», considerato che lo spread Btp-Bund è sempre sopra 500 punti nonostante la maximanovra «salva-Italia». Ma le Authority, sia italiane sia europee, ci stavano pensando da tempo. Non a caso la scorsa settimana, secondo quanto si apprende, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, è volato a Parigi per discutere con l’Esma (la Vigilanza comunitaria sulle Borse) le linee guida che dovrebbero rendere ancor più limpidi i mercati dal prossimo maggio.
Le misure allo studio sono di due tipi: la prima è una verifica dei supercomputer, un test dei sistemi operativi che consenta di«riconoscere»sempre le controparti. In secondo luogo, un blocco degli operatori riconosciuti responsabili di movimentare eccessivamente il mercato in condizioni particolari. Insomma, Sherlock Holmes sta già cercando l’assassino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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