Maria Rosa Quario
Prima o poi doveva succedere. Meglio prima che poi. Meglio a Kitzbuehel che a Sestriere, o anche a Schaldming, domani sera, dove si correrà lultimo slalom prima dellOlimpiade. Tante belle frasi consolatorie, ma in realtà Giorgio Rocca non sembra aver bisogno di essere consolato, dopo lerrore nella prima manche dello slalom di Kitzbuehel è sereno, anche lespressione è la stessa di sempre. «Stavo andando troppo forte, e in quel punto il tracciato era bastardo. Alla vigilia avevo detto che la pista questanno era più facile del solito, con neve più morbida e dossi meno accentuati, ma ci ha pensato il tracciatore (lo svizzero Brunner, ndr) a rendere tutto difficile. Avrei dovuto frenare un po, forse devo imparare a farlo, ma in slalom se non attacchi non vai da nessuna parte. Prima di partire avevo visto di sfuggita linforcata di André Mhyrer (lo svedese numero 1 al via, Rocca aveva il 3, ndr) proprio in quel punto e quando ci sono arrivato anchio ho pensato oddio sono troppo veloce, ma è stato un attimo, ho toccato la neve con lo scarpone e mi sono trovato in terra. Sono risalito e ripartito, arrivare in ogni caso al traguardo è unabitudine che ho fin da bambino. Il tratto finale mi ha convinto, se ce nera bisogno, che la forma è sempre ottima, pur ripartendo da fermo e non spingendo al traguardo ho fatto un buon tempo».
È andata così, pace, si volta pagina. Rocca dopo 29" di slalom, dopo essere passato al primo intermedio con 43/100 di vantaggio su Palander (alla fine il suo 18"26 sarà l8° parziale in quel punto, a 26/100 dal migliore), in una diagonale in contropendenza si è inclinato troppo allinterno ed è scivolato sul fianco destro. Dopo lattimo di sorpresa ha reagito, ha risalito due porte della tripla che aveva mancato ed è ripartito, tagliando il traguardo in retromarcia per dare un po di spettacolo a 7"32, 60° tempo di manche.
Cercato da tutte le televisioni è rimasto al parterre a rispondere mille volte alla stessa domanda: perché? «Non sono mica Terminator!» ha detto prima di tornare in albergo, pranzare e guardare la seconda manche in televisione. Si è preso la piccola soddisfazione di vedere vincere Jean Pierre Vidal, il francese che dopo il titolo olimpico nel 2002 era andato in crisi e che si sta riprendendo proprio al momento giusto: di lui Rocca aveva parlato molto bene a un giornalista del «Figaro» sabato, prevedendo il podio che a JP mancava da tre anni. Nel pomeriggio poi Giorgio è partito per Schladming, dove oggi verrà raggiunto dalla moglie e dal figlio e dove domani tenterà di sfatare un tabù. Lo slalom notturno più affascinante del mondo infatti lo ha sempre respinto: più volte Giorgio si è trovato davanti nella prima manche e ha sbagliato nella seconda, lultima, un anno fa, il giorno dello scandalo dei cronometri. «Con quello slalom ho un conto in sospeso».
La concorrenza, di sicuro, non mancherà. La gara di ieri, oltre a uno strepitoso Vidal, ha mostrato anche un Raich molto sicuro (è finito terzo pur scendendo con in testa i 100 punti della combinata, vinta davanti a Miller, a Svindal e al sempre positivo Peter Fill) e soprattutto la novità austriaca Reini Herbst, un ventisettenne frenato da mille infortuni e finito fuori squadra, ma ora sicuro di un posto nel quartetto olimpico più forte del mondo. Se lo è conquistato ieri, finendo secondo, a 36/100 da Vidal.
Senza Rocca, lItalia non ha molto per cui gioire, Fill a parte. Il migliore in slalom è stato Manfred Moelgg, 11° e per una volta è andata meglio alle donne, impegnate a St. Moritz nella prima supercombinata della stagione. Ha vinto Janica Kostelic davanti ad Anja Paerson e a Lindsey Kildow, con la giovane Johanna Schnarf decima, dopo una discreta discesa e un ottimo slalom.
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