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Rognoni: «Non delegittimare le toghe»

Rognoni: «Non delegittimare le toghe»

a Roma

L’accanimento di una magistratura «organica» alla sinistra nei confronti di Silvio Berlusconi non è certo una novità. Dal governo si leva la voce del ministro della Giustizia, Roberto Castelli. «Che ci sia una magistratura di sinistra non lo diciamo noi, lo dicono loro», osserva il leghista che consiglia la lettura di «Giudici a sinistra» dove l’autore, ovvero il giudice Giovanni Palombarini, «riporta, condividendola, una frase di Ingrao che diceva che Magistratura democratica è una parte integrante della sinistra». Per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in questi anni contro Berlusconi c’è stato «accanimento». Identica la posizione del presidente del Senato, Marcello Pera, che denuncia come dal ’94 Berlusconi sia «vittima di un accanimento mediatico e giudiziario: ha fatto bene oggi a denunciarlo».
Per il coordinatore degli azzurri Sandro Bondi «l’opinione pubblica deve sapere fino in fondo il male che è stato inflitto al presidente del Consiglio ad opera di poteri, fra cui una parte della magistratura inquirente, che hanno tralignato dai loro doveri e dalle loro funzioni istituzionali».
Scende in campo a sostenere il premier anche il capogruppo alla Camera di Alleanza nazionale, Ignazio La Russa: «Non ho mai pensato al complotto, ma non si può negare che ci sia stato un accanimento e un utilizzo politico, per lo meno nella tempistica, dei processi - dice La Russa -. Non può sfuggire che nei primi giorni della campagna elettorale, guarda caso, siano stati coinvolti a vario titolo in vicende giudiziarie oltre al premier Berlusconi anche il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, e l’ex ministro della Salute Francesco Storace».
Di tono opposto le voci che si levano da sinistra. Il leader di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, non si aspetta «niente di nuovo da Berlusconi» sul caso Mills mentre secondo il segretario dei Ds, Piero Fassino «Berlusconi ogni giorno se la prende con qualcuno» e questo dimostrerebbe che è un «uomo disperato perchè sta perdendo lucidità. Non capisce che ad attaccare tutto e tutti alla fine avrà meno consensi di quelli che aveva prima».
Il leader dell’Unione, Romano Prodi, non vuole commentare ma ribadisce di avere «fiducia nella magistratura».
«No alla delegittimazione dei giudici», chiede il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Virginio Rognoni. «La critica, anche aspra, a provvedimenti, valutazioni e iniziative processuali è sempre assolutamente legittima; ma va ribadito ancora una volta il principio che essa non può risolversi ed esprimersi in una sorta di delegittimazione dei giudici - scrive Rognoni-. Proprio per questo, la compostezza di comportamento della magistratura e il suo riserbo sono il segno di una maturità istituzionale che a me pare preziosa per tutti, soprattutto in questo difficile momento elettorale».


Infine caustico Francesco Rutelli che definisce la rivendicazione del premier «la solita brodazza di Berlusconi».

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