Rolls Royce, più profitti con le turbine

Andrea Nativi

da Derby (Regno Unito)

Continua a volare Rolls-Royce, il principale produttore europeo di turbine a gas per applicazioni aeronautiche, marine ed industriali. E John Rose, l’amministratore delegato della società, prevede per quest’anno un incremento dei profitti, un cash flow positivo ed un’ulteriore crescita del fatturato delle attività di supporto clienti, che già lo scorso anno valevano 3,5 miliardi di sterline su un totale di 6,5 miliardi, grazie alle oltre 54mila turbine installate in ogni parte del mondo. Il business civile aeronautico che rappresenta il 53% dei ricavi, aumenta grazie alla espansione dell’aviazione commerciale, quello militare rimane almeno stabile e pesa per il 21%, mentre l’attività navale è al 17%. Genera profitti anche l’attività dell’energia industriale, che rappresenta l’8%. Con un portafoglio ordini di oltre 25 miliardi di sterline i 36mila dipendenti di R-R sanno di aver quasi tre anni e mezzo di lavoro garantito e il flusso delle commesse nel primo semestre continua ad essere positivo. Quanto all’impatto della crisi di Airbus e ai ritardi nelle consegne dell’A380 sarà estremamente modesto. Del resto Rolls-Royce ha cinquanta programmi in corso e l’A380 è solo uno di questi. Rolls ha anche ridotto nel 2005 l’indebitamento di quasi il 60%, 260 milioni di sterline, ed ha da poco incassato la promozione del merito del debito a lungo termine da parte di S&P, da Bbb+ ad A-. La società continua poi i processi di «dollarizzazione», sia con contratti contro i rischi di cambio, sia suggerendo ai fornitori di operare in dollari. La società vuole crescere, aggredendo un mercato valutato in due trilioni di dollari nei prossimi vent’anni tra nuovi motori e servizi.

Ma non è intenzionata a partecipare alla probabile razionalizzazione dell’industria motoristica aeronautica europea attraverso acquisizioni: «Non cerchiamo una crescita verticale, quindi il nostro interesse per la prevista vendita e collocamento in Borsa di Avio... è pari a zero», ci dice John Rose. «Siamo convinti che una razionalizzazione sia opportuna, ma noi restiamo alla finestra».

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