«Siamo zingari, se non ci volete come vicini dovete pagare» con questo stravagante trucco un giostraio ha cercato di estorcere 10 mila euro a un imprenditore immobiliare subito dopo aver iniziato le procedure d'acquisto di un appartamento in una palazzina. In pratica l'uomo avrebbe minacciato di portare a vivere nello stabile una numerosissima e ancora più rumorosa famiglia nomade. Alla fine il trucco è stato smascherato e poiché il rom ha calcato un po' la mano, scivolando nell'estorsione bella e buona, è stato arrestato, insieme a un parente, dai carabinieri di Certaldo, vicino a Empoli.
L'uomo, 53 anni, giostraio di Milano ma residente a Prato, in verità ha mutuato la sua truffa da un film del 2007 che aveva come protagonisti due comici di Zelig. Si era dunque recato negli uffici dell'immobiliare e, scelto un appartamento nuovo di zecca di suo gusto, aveva lasciato all'imprenditore un assegno da 20 mila euro.
Il giorno dopo, a bordo di una lussuosissima auto e accompagnato da alcuni parenti rom, si è recato a vedere la palazzina annunciando all'imprenditore di voler trasferire lì tutta la sua numerosissima famiglia nomade e di avere intenzione di fare feste e banchetti nel giardino di fronte alla casa. A questa notizia, e spinto dagli altri condomini che non avevano celato la propria disapprovazione, l'imprenditore ha chiesto di poter rescindere il contratto. Nessun problema, ha risposto il giostraio, per prima cosa mi restituisci l'assegno da 20mila euro. Ma poi mi dai anche altri diecimila euro per il «disturbo».
Poi però gli è anche poi scappata la mano. Avrebbe infatti annunciato di voler far concentrare su di lui le caratteristiche peculiari dei suoi numerosi parenti zingari. In altri termini ha minacciato l'imprenditore di furti e danni alla proprietà.
La vittima ha acconsentito ma ha subito avvertito i carabinieri: nel pomeriggio il giostraio e un suo parente rom si sono recati dall'imprenditore e hanno ripetuto le minacce, ascoltati dai militari che li hanno arrestati per estorsione aggravata. Dagli accertamenti è anche venuto fuori che l'assegno consegnato all'imprenditore era scoperto.
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