Tiziana Maiolo, ma come le è venuto in mente di dire una cosa del genere? Ha paragonato i bambini rom ad animali?
«Ero ospite della Zanzara , una trasmissione scherzosa. Parlavamo in generale dei rom e non dei quattro bambini morti a Roma. Mi dovete credere, non avrei mai detto una cosa del genere. Raccontavo le difficoltà che ho avuto da assessore e che è molto difficile integrare i rom».
E che cosa c’entrano i cagnolini?
«Dicevo che manca loro la cultura del lavoro e che è molto difficile integrarli. Poi ho aggiunto che hanno poco senso dell’igiene ed è uno dei motivi per cui la gente non li vuole vicino, ho ricevuto tantissime segnalazioni e proteste. Ho detto: “perché non educano i loro ragazzini che non si fa pipì sui muri? io con il mio cagnolino l’ho fatto”».
Quindi lo pensa davvero.
«Ma no, non lo penso. È stata una frase infelice, ingenua, di cui mi pento amaramente. Amo moltissimo gli animali, ma non penso che siano superiori agli uomini. Sono così animalista che non uccido nemmeno gli scarafaggi e adesso sembro diventata la fidanzata di Hitler,mi sembra un po’ esagerato ».
Si sente la fidanzata di Hitler?
«Ho la casa piena di bambini peruviani che mi chiamano zia! Vive qui una ragazza che lavora da me, sono arrivate le sue sorelle. Sono madrina di battesimo e cresima dei loro bambini. È assurdo, li aiuto a studiare, faccio ripetizioni di latino, sono educati. Intendo dire che i bambini, se li educhi, poi sono educati».
E i figli dei rom?
«Volevo semplicemente dire che nessuno deve fare pipì sul muro, che siano bambini o cagnolini. Detto questo, è una frase infelice perché si presta a interpretazioni razziste, ma io non sono razzista».
Troppa disinvoltura nel linguaggio?
«Mi trovavo in una trasmissione in cui si scherza molto e mi sono consentita una battuta del cavolo. Non mi trovo nessuna giustificazione. Però tutti quelli che hanno telefonato mi hanno dato ragione e questo ci deve far riflettere. Il problema che molti cittadini non li accettano c’è».
Da ex assessore, su che cosa invita a riflettere?
«Lasciamo perdere i cagnolini, ma sul fatto che siano poco gestibili, con più difficoltà di integrazione rispetto alle altre etnìe, non c’è dubbio. Per una serie di motivi: idea del lavoro, igiene, il fatto che siano un po’ stanziali e un po’ nomadi».
E com’è andata a finire?
«A un certo punto Albertini mi ha tolto la delega e l’ha data all’assessore alla Sicurezza, lo ha ritenuto un problema di ordine pubblico e in un certo senso mi ha considerata troppo buonista, il contrario della parte che mi vogliono attribuire adesso».
Si è dimessa da portavoce del Fli. Dimissioni accettate?
«Mi sono dimessa per serietà.
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