Rom, sassi e bottiglie per sfuggire all’arresto

A difendere la pattuglia sono intervenuti alcuni cittadini. Poi sono dovuti arrivare i rinforzi

Stazione Centrale, nomadi, piccoli borseggiatori e controlli. Routine, anzi no, non sempre. Ieri è successo quello che a Milano, in una città civile, non ti aspetti ed è scattato l’allarme rosso perché da qualche tempo le divise delle forze dell’ordine non incutono più il rispetto dovuto. E così una quindicina di rom hanno tentato di impedire l’arresto di uno di loro dopo un borseggio, lanciando pietre e bottiglie contro i carabinieri. Ottenendo come unico risultato di far intervenire alcuni cittadini che hanno raccolto e rimandando al mittente i proiettili utilizzati dagli improvvisati «balilla». Il piccolo ladruncolo è stato portato in caserma, come al solito, per essere riaffidato ai genitori, come al solito, avendo meno di 14 anni, come al solito.
L’episodio è avvenuto verso le 12.30 davanti alla stazione Centrale, nei pressi dell’ingresso all’angolo tra piazza Duca d’Aosta e piazza Luigi di Savoia. Due carabinieri in borghese stanno compiendo i consueti controlli anti-borseggio, quando vedono lo zingarello sfilare il portafoglio dallo zaino di un viaggiatore iraniano.
I militari lo bloccano ma nel giro di pochi secondi si trovano ad affrontare una quindicina di altri rom, tra cui diversi adulti. È un momento difficile perché vola di tutto, pietre, bottiglie. Un carabinieri per schivare un «proiettile» rimane anche leggermente ferito alla mano. Poi arrivano finalmente i rinforzi mandati sul posto dalla centrale dell’Arma avvisata via radio.
Una prima pattuglia di militari in divisa, ma anche, inaspettatamente, diversi viaggiatori e passanti, che raccolgo i sassi e li ributtano ai nomadi. Basta un momento di indecisione tra gli assalitori e i militari infilano il bimbo in macchina e lo portano in caserma ponendo fine all’assedio. Qui il bambino ha detto di avere 13 anni e di provenire dal campo di via Barzaghi, facendo partire gli accertamenti per rintracciare i famigliari a cui riaffidare il bimbo.
Resta solo un piccolo particolare da chiarire: il ragazzino apparteneva o appartiene ancora al campo di via Barzaghi? Una questione di non poco conto, visto che ora non dovrebbero esserci più campi abusivi, ma solo aree attrezzate. Riservate ai rom che hanno sottoscritto il patto di legalità.

Cioè mantenere la fedina penale immacolata, pagare i servizi (gli allacciamenti a luce, acqua gas e la raccolta rifiuti), ma soprattutto mandare i figli a scuola e non certo a rubare.
Ora sarà compito del comune, degli assessori che hanno dato fiducia ai nomadi fare le verifiche necessarie. E se sarà il caso prendere gli opportuni provvedimenti.

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