Rom vanno a borseggiare con il neonato

La linea più colpita era quella del 17, l’autobus che da Brignole porta a Nervi. Per agire e rubare il portafoglio ai malcapitati la tecnica era sempre la stessa: una delle ragazze con un bambino di sei mesi in braccio attirava l’attenzione e spingeva la vittima che nel frattempo veniva circondata dalle altre tre donne e derubata. È quanto hanno scoperto i carabinieri della stazione Portoria, coordinati dal maggiore Francesco Pecoraro, che ieri hanno arrestato tre giovani bosniache residenti nel campo rom di via Adamoli, a Molassana.
Le donne, Suada Seydic, Rasema Osmanovic e Saliha Sehydc, tra i 20 e i 25 anni, sono state denunciate per concorso in furto aggravato continuato. Ad agire con le tre anche una ragazzina di tredici anni: la bambina è stata riportata dalla madre che è stata denunciata per abbandono di minore e concorso in furto aggravato. L’operazione, portata a termine giovedì pomeriggio, rientra nell’ambito dei controlli antiborseggio disposti dal comando provinciale dei carabinieri di Genova.
In particolare, la «squadra» è stata avvisata da un carabiniere di quartiere che si è accorto della presenza delle ragazze sull’autobus numero 17. A quel punto sono stati avvisati i carabinieri della stazione Portoria che, in borghese, hanno iniziato l’attività di pattugliamento sulla linea. Dopo dieci minuti dall’inizio della corsa, i militari (due uomini e una donna) si sono accorti che tre anziani erano stati derubati e hanno chiesto all’autista di fermare il mezzo. Hanno perquisito le donne e hanno trovato i tre portafogli. Le vittime non si erano accorte di nulla, se non nel momento in cui i carabinieri hanno scoperto le borseggiatrici.

Le donne sono vecchie conoscenti dei carabinieri per precedenti tutti per furti. «La peculiarità delle borseggiatrici - spiega il maggiore Francesco Pecoraro - è che non sembravano zingare. Le donne erano vestite bene, quindi non destavano sospetti sui passeggeri».

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