Roma - Storace sì, Baccini pure, Ciocchetti chissà. Nella sua rincorsa al Campidoglio il candidato del Pdl Gianni Alemanno incassa due appoggi e mezzo: quello della Destra vale il 3,37, quello della Rosa bianca un altro 0,73 e in questo modo l’ex federale romano di An avrebbe quasi appaiato l’avversario Francesco Rutelli, che vantava un vantaggio di 5,04 punti nel teorico conteggio degli schieramenti. Il quale Rutelli, da parte sua, può vantare soltanto la mano tesa da Franco Grillini dei Socialisti: uno 0,81 annesso all’ex sindaco.
Ma la vera posta in gioco è quella dell’Udc, che si colloca in mezzo tra i due poli. E se all’appoggio a Rutelli non ha mai creduto nessuno, ieri sera è svanito anche quello ad Alemanno. Una soluzione solo apparentemente neutrale ma che in realtà per condivisione di valori e vicinanza sembra avvantaggiare il candidato Pdl convinto di avere la base del partito di Casini dalla sua. E chissà quanti elettori dell’Udc, una volta alle urne, si ricorderanno della frase di Andrea Alzetta detto Tarzan, «okkupatore» di case e sicuro dell’elezione in consiglio comunale in quota Sinistra alternativa, che giovedì ha definito l’Udc un partito di m...
Ma anche per Alemanno non sono tutte rose e fiori. Storace gli ha detto di sì con qualche mal di pancia. L’ex presidente della Regione Lazio ancora non ha digerito quella che definisce «l’odiosa campagna del voto utile», che avrebbe tagliato le gambe a livello nazionale alla Santanchè. Non è piaciuto all’ex presidente della Regione Lazio nemmeno il comportamento di Alemanno. «Sembra quasi che lo si debba pregare perché accetti i voti della Destra», dice tagliente.
Quanto a Baccini, la sua indicazione di voto è forte e chiara: «Alemanno incarna meglio quei valori di buongoverno, moderazione, discontinuità che gli aderenti alla Rosa per l’Italia hanno scelto per Roma». Semmai è Savino Pezzotta, presidente della Rosa per l’Italia, a obiettare: «La scelta che è stata fatta è quella della libertà di coscienza, non condivido la scelta di Alemanno». Il quale comunque ha ringraziato Baccini, chiudendo la questione. E Rutelli? Ha avuto dalle urne tutto ciò che poteva. Si accontenta così di Grillini e della lettera scritta ai romani dall’ex sindaco Walter Veltroni per invitare a votarlo in nome della continuità con sette «anni bellissimi e intensi» durante i quali la città «è cambiata». A un timido appello di Pietro Ingrao in favore dell’ex ministro dei Beni culturali è affidata la speranza di sedurre l’abbacchiatissimo popolo della sinistra storica «da vecchio e testardo militante».
Altro fattore ritenuto decisivo è quello del confronto televisivo, che, apparentamenti o meno, potrebbe orientare molti indecisi.
Alemanno spinge («meglio se più d’uno», dice da giorni), Rutelli nicchia. L’ipotesi più probabile è che il faccia a faccia si consumi nel salotto di Vespa. Appuntamento a «Porta a porta» la prossima settimana, con «Matrix» e «Ballarò» comunque pronti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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