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Roma, arrestato l'imprenditore Flavio Carboni Inchiesta sugli appalti per l'eolico in Sardegna

I giudici: avrebbe pilotato giudici e politici sugli appalti per l'energia. Arrestati anche l'imprenditore Martino e l'ex dc Lombardi. Le accuse: associazione per delinquere e violazione della legge sulle associazioni segrete. Il gip: "Tentarono di influire sul lodo Alfano. Riunione con Verdini e Dell'Utri"

Roma, arrestato l'imprenditore Flavio Carboni 
Inchiesta sugli appalti per l'eolico in Sardegna

Roma - L’imprenditore sardo Flavio Carboni è stato arrestato questa mattina dai carabinieri su ordine della magistratura romana nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti dell’eolico. Carboni, 78 anni, è stato condotto al carcere di Regina Coeli. Il suo difensore, Renato Borzone, ha già annunciato che farà ricorso al tribunale del riesame. In manette anche altri due indagati: Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Dc nonché ex sindaco del suo paese di origine in provincia di Avellino, e il costruttore campano Arcangelo Martino.

L'inchiesta sugli appalti Carboni, Lombardi e Martino, insieme al coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini (che si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda), sono indagati per corruzione nell’inchiesta principale condotta dalla procura di Roma, quella su un presunto comitato d’affari che avrebbe gestito l’assegnazione di una serie di appalti pubblici in Sardegna per la realizzazione di parchi eolici. 

Il gip: "Tentarono di influire sul lodo Alfano" Tra settembre e ottobre 2009 i tre arrestati oggi dalla Procura di Roma, tentarono di avvicinare giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull’esito del giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. Lo afferma il gip Giovanni De Donato, nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto per i tre nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico in Sardegna, con l’accusa di associazione per delinquere e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.

"Riunione a casa di Verdini" La riunione che i tre indagati organizzarono - sostiene il Gip - per poi cercare di influire sul giudizio della Consulta a proposito del lodo Alfano, si svolse nell’abitazione di Denis Verdini, a Palazzo Pecci Blunt in piazza dell’Ara Coeli. È quanto emerge dal secondo capitolo dell’ordinanza nel quale vengono indigate anche le persone che parteciparono all’incontro. Presenti Flavio Carboni, il senatore Marcello Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. C’erano anche Pasquale Lombardi e l’imprenditore Arcangelo Martino. I preparativi dell’incontro sono stati ricostruiti dal magistrato attraverso le conversazioni avvenute nei giorni 22 e 23 settembre dalle quali tra l’altro emerge che fu Lombardi a curare i contatti con Caliendo, Martone e Miller. Tra le personalità avvicinate da Lombardi secondo quanto è scritto nell’ordinanza ci fu anche il parlamentare Renzo Lusetti che secondo le intenzioni di Lombardi avrebbe dovuto far da tramite con i giudici della Consulta una richiesta alla quale Lusetti reagisce con imbarazzo. L’altra personalità avvicinata il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli che a sua volta cerca di sottrarsi alle richieste di Lombardi che chiedeva appunto di avvicinare uno dei giudici che avrebbe dovuto pronunciarsi sul lodo Alfano.

Elezioni in Campania Negli ultimi mesi del 2009 e l’inizio di quest’anno Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, arrestati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti eolici, si sono adoperati per la candidatura di Nicola Cosentino. Dopo l’arrivo di un provvedimento di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario, i tre hanno cercato di favorire l’accoglimento del ricorso proposto contro questa misura grazie al rapporto tra Lombardi e il presidente della Corte di Cassazione in modo da recuperare la candidatura di Cosentino. Secondo quanto afferma il Gip nel provvedimento, dopo il rigetto del ricorso e dopo che il Pdl ha individuato in Stefano Caldoro come candidato alla Regione Campania, il sodalizio avrebbe dato vita una intensa attività diretta a screditare il nuovo candidato in modo da escluderlo dalla competizione elettorale, tentando di diffondere all’interno del partito, e tramite internet, notizie diffamatorie sul suo conto. 

Caliendo: ero alla riunione, non si parlò di pressioni "Escludo nella maniera più assoluta che durante la mia presenza alla riunione con Pasquale Lombardi si sia parlato di possibili interventi presso la Corte Costituzionale". Lo dice all’ADNKRONOS il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, a proposito di quanto contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare relativa a Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, ordinanza in cui si parla di una riunione a casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini in cui si sarebbe parlato di possibili pressioni sulla Consulta per il Lodo Alfano. "Fui invitato - spiega - a quella riunione a seguito di un convegno sul federalismo al quale avevo partecipato e con l’obiettivo di organizzarne un altro. Sono stato presente in tutto per non più di 20 minuti, si è parlato del convegno e poi sono andato in Parlamento. Escludonella maniera più assoluta che si sia parlato di possibili interventi sulla Corte Costituzionale".

Carboni, l'uomo dei misteri Una condanna definitiva a 8 anni e 6 mesi per la vicenda del fallimento del Banco Ambrosiano, e una serie di assoluzioni: dall’accusa di concorso nell’ omicidio di Roberto Calvi dopo che il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo; dall’accusa di essere stato il mandante del tentativo di omicidio di Roberto Rosone, vice di Calvi all’ Ambrosiano, dall’accusa di falso e truffa ai danni del Banco di Napoli, dall’accusa della ricettazione della borsa di Calvi. Queste sono solo alcune delle vicende che hanno visto coinvolto Flavio Carboni, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico in Sardegna. Dal suo primo arresto, avvenuto in Svizzera nell’ estate del 1982, la vita di Carboni è stato un continuo andirivieni tra aule di tribunale e arresti, quasi sempre annullati rapidamente.

Immobili ed editoria L’ improvviso successo economico di Carboni comincia negli anni ’70 con una serie di società immobiliari e finanziarie. Carboni si muove anche nel mondo dell’ editoria. Diventa proprietario del 35% del pacchetto azionario della "Nuova Sardegna" ed editore di "Tuttoquotidiano", per il fallimento del quale era stato condannato in primo grado e assolto in appello per vizio di forma. Le risultanze giudiziarie hanno evidenziato - secondo i pm - lo stretto legame di Carboni con esponenti della banda della Magliana e della mafia. Legato soprattutto alla storia del Banco Ambrosiano e della morte di Calvi, per la quale, oltre alla recente assoluzione dall’accusa di concorso in omicidio, era stato già chiamato in causa per la falsificazione del passaporto e l’ espatrio clandestino del banchiere e per concorso in esportazione di capitali, il nome di Carboni emerge anche in altre vicende. Durante il sequestro Moro, per esempio, Carboni avvicinò esponenti Dc offrendosi di sollecitare l’ intervento della mafia per la sua liberazione. Qualche giorno dopo Carboni riferì però che la mafia non voleva aiutare Moro perché troppo legato ai comunisti.

Carboni ha avuto rapporti anche con Francesco Pazienza, con Licio Gelli e con l’ ex gran maestro della Massoneria Armando Corona.

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