Dolce Vita addio. Sigilli all'Euclide, bar-mito dei Parioli fin dagli anni sessanta, frequentato da Carlo Verdone, i fratelli Vanzina, Marco Risi e ora chiuso per morosità: i proprietari vorrebbero cinquantamila euro al mese d'affitto e così i cinquanta dipendenti sono momentaneamente a spasso. E falimenti a raffica di negozi storici: tre casi nell'ultima settimana. Botteghe sfrattate - Succede a Roma. Insegne note, come “La bottega dell'arte magica“, a due passi da Fontana di Trevi, il cui titolare Alfredo Di Pinzio si è dovuto arrendere a un canone di locazione triplicato, «da 518 a 1.600 euro al mese per soli sei metri quadrati». O come la libreria d'arte “Il ferro di cavallo“, in via Ripetta, dove una volta potevi incontrare Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Alberto Burri e che adesso deve fare i conti con un superaffitto. O il grido di dolore lanciato qualche giorno fa dagli artigiani di via dei Coronari, costretti in molti a lasciare «perchè c'è meno lavoro e troppe bollette da pagare». Al loro posto, nella stradina dove spesso Silvio Berlusconi se ne va in giro per botteghe antiquarie, stanno per arrivare imprenditori cinesi che pagano in contanti e aprono chincanglierie al posto di quei negozi carichi di storia. Declino inarrestabile? - La moria è cominciata da qualche tempo. Negli ultimi sette anni si sono arresi 510 artigiani del centro storico. Secondo la Confesercenti provinciale, nel 2008 sono più duemila gli esercizi commerciali che hanno chiuso i battenti, per un totale di quindicimila posti di lavoro a rischio.
E secondo una ricerca di Movimprese, in tutto il Lazio l'anno scorso tremila aziende hanno dovuto abbandonare. La crisi, oltre alle botteghe storiche, colpisce soprattutto abbigliamento e calzature, ma non va meglio per ferramenta e profumerie. E nel futuro andrà ancora peggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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