Marcello Di Dio
da Roma
Aggrappata ai piedi di Francesco Totti, mai come stavolta implacabile dal dischetto. Due su due dalla linea degli undici metri, una mira migliore nei penalty di quella imprecisa di inizio stagione. Alla fine la Roma, per rimediare una situazione fattasi difficile per il buon primo tempo dellAtalanta, deve attaccarsi ancora una volta al suo capitano. Che viaggia a una media gol straordinaria (nove reti in quattordici partite, come nel campionato 2003/2004, uno dei migliori del 10 giallorosso). Ci aveva provato, Spalletti, a cambiare un po le carte in tavola, dando fiducia al Montella smanioso di giocare e minaccioso di un divorzio a gennaio. Fiducia per nulla ripagata dallattaccante, che ora potrebbe davvero lasciare la capitale. La partita di ieri, non certo brillantissima, ha dimostrato che la Roma migliore - o almeno più produttiva - è quella dellattaccante impuro (Totti, appunto) e di Perrotta, bravo negli inserimenti da dietro. Anche se allOlimpico, a differenza di quanto avviene in trasferta, la squadra di Spalletti è parsa ancora poco convincente. I bergamaschi mostrano di essere una delle migliori formazioni viste a Roma, daltronde anche a Colantuono piace il bel gioco e avendo studiato da Spalletti, si capisce come riesca ad imbrigliare almeno per un tempo i giallorossi.
In casa Roma cè il pericolo «giallo», sono cinque i diffidati e in vista del sentito derby di domenica prossima con la Lazio poteva essere un problema. Alla fine, però, nessuno sarà ammonito. Spalletti fa comunque un turn over parziale, scegliendo Montella, ma togliendo Perrotta. E la differenza si vede eccome: la Roma appare lenta e lunga. Dove i vari Doni (quello italiano e atalantino), Migliaccio e Donati riescono ad avere buon gioco. Facile capire che per i giallorossi non sarà una serata facile. Se poi si pensa che la squadra ha rinunciato al ritiro prepartita come da accordi nel caso in cui sia ai primi due posti della classifica si riaffacciano anche gli incubi delle sfide con Chievo e Ascoli.
Il primo tempo è un monologo nerazzurro: i giocatori ospiti arrivano più velocemente sul pallone rispetto a quelli giallorossi, il pressing sui portatori di palla della Roma è costante. Il gol di Zampagna è la logica conseguenza di un dominio incontrastato, ma anche bellissima è lazione che conduce lattaccante al suo quarto centro stagionale: il dribbling di Doni su Pizarro è da manuale del calcio, il tiro di Donati viene respinto dal portiere della Roma, Zampagna indisturbato mette dentro. È una Roma imbrigliata nel gioco, De Rossi sembra essere più preoccupato dalla diffida che dagli avversari, Panucci gioca in condizioni non ottimali. E gli esterni brasiliani non sono in palla.
Nella ripresa cè Perrotta in campo ed è unaltra musica. Ne trae beneficio anche Totti, anche lui avulso dal match fino a quel momento. E larbitro Pantana, incerto nella gestione del match, vede bene i due rigori a favore della Roma: ingenuità di Loria e Migliaccio che atterranno Perrotta e Totti, il capitano trasforma implacabile (il secondo penalty lo tira addirittura due volte). Ma la Roma non chiude il match, anzi subisce ancora qualche iniziativa dellAtalanta: decisamente dubbio il contrasto in area Rivalta-Pizarro, grande la parata di Doni sulla conclusione del suo omonimo, il migliore degli ospiti.
La Roma di capitan Totti va avanti... di rigore
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