La Roma ci prova ma il Middlesbrough non fa regali

Hasselbaink gela l’Olimpico, inutile la doppietta di Mancini. Espulso Mexes

Marcello Di Dio

da Roma

Dieci giorni fa un grande amico di Totti, l’interista Marco Materazzi, aveva spezzato l’incantesimo della Roma. Da quel gol all’Olimpico, che ha interrotto la serie record, per i giallorossi due sbandate impreviste, con sfortuna annessa: la sconfitta a Middlesbrough e la caduta ad Ascoli (2-3). E ieri sera l’uscita dalla Coppa Uefa che ha il sapore della beffa: il colpo di testa di Hasselbaink è l’unico tiro in porta degli inglesi, ma come gol in trasferta è più pesante della doppietta di Mancini.
Fuori dall’Olimpico, un assetto da guerriglia dopo i fatti avvenuti la notte prima a Campo de’ Fiori con una quindicina di feriti negli scontri tra inglesi e romani. All’interno, in curva Nord, due cordoni di poliziotti separano i quattromila sostenitori del Boro e i supporter giallorossi. Spettatori d’eccezione due commissari tecnici: quello azzurro, Lippi, che saluta calorosamente l’infortunato Totti e che oggi sarà a disposizione dei tifosi nella chat del sito della Figc; quello inglese, Eriksson, che torna nella “sua” Roma per seguire Downing («è un buon giocatore, può rientrare nel gruppo per la Germania»), l’esterno sinistro di centrocampo del Middlesbrough di McClaren, quest’ultimo indicato come uno dei papabili sostituti alla guida dell’Inghilterra dopo il Mondiale. E si risolve in extremis la faccenda dello sponsor degli inglesi, l’agenzia di scommesse vietata dalla legge italiana: il Middlesbrough ha l’ok dell’Uefa per portare la scritta sulle magliette come squadra estera impegnata in una competizione internazionale. La Roma fa la partita dall’inizio, la fortuna non è dalla sua parte quando Bovo scarica un tiro dal limite che si stampa sulla traversa. E dopo lo “sballato” diagonale di Alvarez da ottima posizione, la doccia fredda del bel gol di testa di Hasselbaink (cross del “sorvegliato speciale” Downing, con l’attaccante olandese che anticipa Mexes). La squadra di Spalletti cerca di riordinare le idee e riesce ad andare al riposo con il pareggio costruito dalla coppia brasiliana Taddei-Mancini.

La ripresa è un monologo della Roma, con saga degli errori (clamorosi quelli di Mancini e De Rossi sotto porta). Poi Spalletti gioca la carta del giovane Okaka, bravo a procurarsi il rigore trasformato da Mancini. L’ultimo vagito giallorosso.

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