Cresce la raccolta differenziata, migliora di poco la qualità dellaria. Ma Roma resta a livelli record per numero di auto circolanti. E nonostante gli sforzi dellamministrazione per invogliare luso del mezzo pubblico, il problema numero uno della capitale resta sempre quello: il traffico.
È unanalisi dettagliata che emerge dal dossier Ecosistema Urbano 2010, presentato ieri da Legambiente e Sole 24 Ore a Palazzo Rospigliosi. Le pagelle delle 103 città capoluogo di provincia in Italia vedono Roma risalire in classifica di qualche posizione, dal settantesimo al sessantaduesimo posto. Seconda dopo Milano (quarantaseiesimo) fra le grandi metropoli. Ma il Lazio arretra di molto nel suo insieme perché tre capoluoghi su cinque si piazzano agli ultimi 13 posti della graduatoria. Frosinone è infatti centesimo, Viterbo è novantaquattresimo e Latina novantunesimo.
I dati, 27 indicatori della qualità della vita in ambiente urbano, si riferiscono al 2008. Vediamo i dettagli per Roma. La capitale offre il meglio di sè con il primo posto assoluto in Italia per numero di viaggi sui mezzi pubblici allanno per abitante (537). In altre parole, si viaggia molto su bus e metro. Buono il quinto posto anche sul fronte Mobilità sostenibile, grazie alla politica comunale di sviluppo di car sharing e bike sharing. Roma, però, sprofonda in classifica al novantasettesimo posto sul tasso di motorizzazione: 70 auto circolanti ogni 100 abitanti. Un record con pochi uguali al mondo. In pratica, nella città eterna, tolti gli ultraottantenni, i neonati, i disabili, ogni romano si sposta in auto (da solo, senza altri passeggeri) e lo fa ovviamente più volte al giorno. Una vettura, una persona.
Alla circolazione vanno aggiunti poi i motorini, 14 ogni 100 abitanti: anche qui, posizioni di fondo classifica.
Per fortuna diminuisce lievemente lo smog. Laria in città è leggermente più respirabile, cala la concentrazione (da 59 a 51 per cento) di NO2 (biossido di azoto) e soprattutto (da 40 a 35) delle micidiali particelle Pm10, responsabili di affezioni respiratorie gravi, che per la prima volta scendono sotto la soglia del pericolo (40 per cento).
Fermo lo sviluppo di Ztl, isole pedonali (appena 0,14 mq a testa, un fazzoletto), verde urbano. Un leggero passo avanti sulle piste ciclabili, da 1,41 a 2,13 metri lineari per abitante, ma per i bikers è appena un colpetto di pedale a testa.
Cresce in modo più sensibile la raccolta differenziata (dal 17,1 per cento al 19,5 per cento). Il livello resta ancora lontano dalle soglie di legge (35 per cento) e dai valori medi del Nord Italia, ma è tuttavia un segnale incoraggiante, che il rilancio dellAma dovrebbe ulteriormente favorire. Roma, però, resta pericolosamente in fondo alla graduatoria nazionale quanto a produzione di rifiuti: 646,3 Kg allanno per abitante. È la metropoli che produce più spazzatura allanno in assoluto (83mo posto). Un dato drammatico che grava sulleconomia cittadina e potrebbe mettere in serie difficoltà la capitale in futuro, con gravissime responsabilità però anche della Regione Lazio.
E non basta. Roma resta al palo anche sulla politica delle acque, con consumi idrici domestici alle stelle e perdite di rete pari al 25 per cento, mentre addirittura peggiora nel settore delle politiche di risparmio energetico (fotovoltaico, ecc). Un bilancio complessivo? I lievi miglioramenti sono compensati dai peggioramenti. La raccolta differenziata, ad esempio, sale, ma è un anello della filiera rifiuti, su cui incombe lo spettro del dopo Malagrotta. E su tutto grava la pesantissima eredità che ha lasciato la passata amministrazione Veltroni.
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