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La Roma crolla a Empoli E Spalletti accusa i suoi

Il tecnico, difeso da Sensi, attacca i giallorossi: «Senza sacrifici si perde». L’Empoli ridotto in 10 vince con Tavano

Massimo Bianchi

da Empoli

A sette giorni dal derby si apre ufficialmente la crisi della Roma di Spalletti. Crisi di risultati ma soprattutto di gioco. «Non è da una grande squadra offrire prestazioni così deludenti» l’affermazione del dirigente giallorosso Pradè che però conferma la fiducia nel tecnico. Mentre un deluso e amareggiato Spalletti ammette che «è stato fatto un passo indietro», «sconfitta meritata», «in serie A si può perdere contro chiunque se non si è disposti al sacrificio». Il suo sfogo diventa quasi una denuncia più avanti: «Non conta un attaccante in più o in meno ma l’atteggiamento negli allenamenti settimanali». E infine: «Dobbiamo ricreare lo spirito di squadra». Più chiaro di così. Spalletti volge il dito contro la squadra e il clima degli allenamenti a Trigoria. Forse perché, ieri a Empoli, s’era messa subito al meglio. Che dire del vantaggio numerico ottenuto dopo 27 minuti per un intervento pericoloso e scomposto di Lucchini ai danni di Taddei punito col rosso da Pieri? Con l’Empoli ridotto in dieci sembrava maturasse la domenica ideale per tornare alla vittoria, dimostrare la forza del gruppo e rispondere alle critiche che avevano accompagnato il precedente passo falso all'Olimpico contro il Siena. Ma non è andata proprio così. Anzi. In superiorità numerica, la Roma è andata incontro a una sconfitta bruciante, l’ennesima, giocando male e tradendo le difficoltà note nel trovare la strada al gol. Nonostante l’assistenza di Totti per Nonda e la partenza discreta di Mancini e Taddei sui lati.
E qui la Roma si è incartata da sola. Troppo brutta per essere vera. I giallorossi non sono mai riusciti ad affondare i colpi, facevano solo accademia. E la facevano male. Giocatori celebrati come Mancini, per esempio, come Dacourt sembravano completamente fuori fase. Ma peggio di loro, se era possibile, riusciva a fare Rodrigo Taddei. Il brasiliano che fu del Siena l’anno prima non è mai entrato in partita e va ricordato solo per aver provocato l'espulsione di Lucchini da parte dell’arbitro Pieri (intervento all’altezza del costato, rosso ineccepibile). Difficile capire perché Spalletti lo abbia tenuto in campo per 90 minuti, nonostante il brasiliano si fosse dimostrato sempre indifferente ai rabbiosi richiami inviatigli dal suo tecnico. Totti almeno per i primi 45 minuti cercava di tenere unita la squadra, il capitano si batteva, sopportava i colpi degli avversari e cercava il lancio per Nonda. Ma nella prima frazione la Roma arrivava solo una volta vicino al gol con un colpo di testa del suo difensore centrale, Chivu. Per i giallorossi solo una lunga teoria di calci d'angolo ed una asfittica superiorità nel possesso palla. Spalletti nell'intervallo richiamava Mexes per Montella: chiara l'intenzione di sfondare. Ma a rompere il ritmo arrivava a sorpresa il vantaggio toscano procurato da un errore (Taddei), da una bella discesa (Vannucchi) e da un bel colpo sul limite dell’area (Tavano). Il bomberino di casa Empoli controllava e lasciava partire un rasoterra angolatissimo sul quale Curci non poteva arrivare. L'Empoli si blindava, la Roma perdeva anche il bandolo della matassa.

Assalti sconclusionati e ogni volta che Tavano partiva in contropiede erano brividi per la approssimativa difesa giallorosa.

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