Roma d’agosto tra sushi e passeggiate

«Agosto a Roma è la cosa più bella che si possa desiderare». Fuga ogni dubbio Chiara Noschese e conferma che l’estate trascorsa in città è un’esperienza preziosa. «Quando si spopola e per le strade regna incontrastato il silenzio, Roma diventa un posto magico. È come se il tempo si fermasse». Riscoprire Roma com’era una volta, è una delle prerogative che l’attrice figlia d’arte, cascasse il mondo, non si lascia sfuggire. «D’agosto tendo sempre a rimanere in città. Avendo la fortuna di abitare in centro, poi, me la godo tutta soprattutto andando in giro a piedi». Lunghe passeggiate all’ora del vespro e ampie boccate d’ossigeno nei parchi. «Tra le ville del mio cuore c’è Villa Celimontana, adorabile. Entro da Porta Latina e mi perdo nei viali alberati. Preferisco uscire di casa verso le sette di sera, quando ormai è l’imbrunire e l’aria è più fresca, e mi godo lo spettacolo a piedi». Il passatempo preferito? «Scovare sempre nuovi ristoranti e collezionare guide. Sedermi fuori a tavola e godermi una bella cena all’aperto, in compagnia dei miei amici. E siccome sono una gourmet, mi piace provare sempre piatti nuovi, non sono una fedele per la vita a un unico ristoratore». Tra le nuove tendenze mangerecce, complice il gusto della pietanza con pochi grassi, nella città eterna è di tendenza il sushi. Che sembra aver rimpiazzato i cari, vecchi (ma straunti) filetti di baccalà. «Vado pazza per il sushi, me l’ha fatto provare una sera Luca Barbareschi e ora non ne posso più fare a meno. Certo, all’inizio può fare impressione sapere di mangiare pesce crudo, ma non scherzo quando dico che può diventare una schiavitù». Ormai agli sgoccioli col suo impegno sul set per il nuovo film di Francesca Archibugi Una questione di cuore (con Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese), dove interpreta il ruolo di una caposala di un reparto di cardiologia («gli infermieri dell’Umberto I mi stanno insegnando il mestiere perché fare la caposala non è uno scherzo: è lei il punto di riferimento della divisione ospedaliera»), Chiara non soffre la mancanza di spiagge e ombrelloni. «Sono fotofobica quindi d’estate evito il sole cocente e non esco mai di casa senza gli occhiali scuri, non lo faccio per divismo: è che sono miope e porto lenti graduate». Tuffi al mare sono ammessi, ma solo nel tardo pomeriggio.

E dopo la rigenerante doccia, una bella passeggiata sul lungomare di Ostia. «È il mare della mia infanzia. Da piccola abitavamo all’Eur, lì a due passi. Durante le ferie, invece, papà portava tutta la famiglia in montagna».

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