da Roma
Stavolta i fazzoletti restano nel cassetto. Luciano Spalletti stoppa le polemiche nate a distanza con Mancini, l’avversario per eccellenza delle ultime due stagioni spallettiane in riva al Tevere. «Lo saluterò cordialmente come ho sempre fatto perché nei suoi confronti nutro stima. Non cambia niente al di là di alcune battute che sono state fatte». Meglio far parlare il campo, dove nelle sfide con l’Inter la Roma ha sempre fatto bella figura.
Niente ritiro a Trigoria in vista dell’Inter («i ragazzi staranno con le loro famiglie e non devono lasciarsi travolgere dal tam tam mediatico su una partita di questo livello») ma anche un richiamo a evitare dichiarazioni inopportune sugli arbitri dopo la direzione discutibile di Bergonzi a Firenze («va bene se la società fa un discorso corretto di crescita e di collaborazione, non va bene che i calciatori si lascino andare a commenti soggettivi, d’ora in poi multeremo chi esterna considerazioni che non fanno del parte del suo operato»).
Assente al «Franchi», oggi ci sarà un Francesco Totti in più, che insegue proprio Mancini e Gigi Riva (un gol in più dei suoi 155 in A) nella speciale classifica dei cannonieri. Anche se il capitano, pur affermando di voler fare «un regalo ai tifosi», ha confessato di pensare più alla partita di Manchester di martedì prossimo. «C’è una “partitella“ con l’Inter che secondo me va presa in considerazione - aggiunge il tecnico giallorosso - chi guarda già agli inglesi, sbaglia. Anche se son convinto che Totti, per quello che mi ha fatto vedere in allenamento, la pensa come me...». Ma la Roma ha soprattutto più convinzione nei propri mezzi, grazie a una rosa allargata. «L’anno scorso siamo arrivati a meno ventidue da loro, quest’anno si parla di livellamento e se dopo cinque giornate abbiamo gli stessi punti dei nerazzurri qualcosa vorrà dire...», dice il tecnico giallorosso. Che incassa gli elogi di Platini sulle pagine della Gazzetta («la Roma dà spettacolo e invita la gente ad andare allo stadio») graditi anche dall’amministratore delegato Rosella Sensi. «I suoi complimenti ci rendono orgogliosi. Faremo di tutto per essere un esempio di comportamento e per far affezionare la gente».
Quella gente che oggi riempirà di nuovo l’Olimpico nonostante l’orario da shopping (l’ultimo Roma-Inter pomeridiano risale a un sabato di aprile di nove anni fa, successo dei nerazzurri per 2-1). Giallorossi e nerazzurri si conoscono ormai a memoria: velocità e tecnica contro fisicità. «Cercano entrambe di sfruttare le caratteristiche dei giocatori che hanno a disposizione - ricorda Spalletti -. Loro hanno questa fisicità e fa bene Mancini a ricercarla. Noi dobbiamo tenere la palla a terra e abbiamo visto che i risultati si possono ottenere anche così. La Roma con questo gioco ha fatto bene e abbiamo cercato di rafforzarla. Qualcosina abbiamo pure vinto...».
Sì, proprio a scapito dell’Inter, che ha dimostrato spesso di soffrire il gioco spallettiano. Il tecnico della Roma sceglie il basso profilo, non parla di punti deboli dei nerazzurri («l’Inter è cresciuta molto in questi tre anni, faccio i complimenti a tutti quelli che hanno lavorato vicino a questa squadra»), dice di aver «rispetto, ma non paura di Ibrahimovic» che sta segnando a raffica. E ammonisce i suoi: «Serve l’undici migliore, non i migliori undici. Voglio dei giocatori che in campo siano una squadra, nei comportamenti e nella ricerca. Non voglio che vadano sulle soluzioni individuali. Battere l’Inter sarebbe la conferma che ho a che fare con calciatori importanti e ci darebbe una bella iniezione di fiducia». Spalletti si è detto contento delle prestazioni della squadra con Juve e Fiorentina, anche se le vittorie sono sfumate per gol presi negli ultimi minuti.
Oggi Panucci tornerà titolare, mentre Giuly sostituirà l’infortunato Taddei e Pizarro giocherà davanti alla difesa al posto di Aquilani acciaccato e disponibile solo per la panchina.
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