Roma - Sedici erano. Sedici restano. La prima Corte d’Assise d’appello ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione per Doina Matei, la rumena accusata di aver ucciso con la punta di un ombrello Vanessa Russo nella metropolitana di Roma il 26 aprile del 2007. La condanna è stata inflitta per l’accusa di omicidio preterentenzionale come avvenuto nel giudizio di primo grado e non per omicidio volontario come chiesto dal pg Alberto Cozzella.
La sentenza La difesa di Doina ha annunciato il ricorso in Cassazione, non appena potrà leggere le motivazioni. "La Corte - ha detto l’avvocato Carlo Testa Piccolomini, dopo la sentenza - non ha ritenuto di applicare le attenuanti cosa che lascia davvero l’amaro in bocca anche se è stata respinta l’accusa di omicidio volontario". La difesa di Doina Matei, in aula c’erano la sorella e una nipote delle ragazza romena, aveva chiesto l’applicazione delle attenuanti, cosa che non era stata fatta dal gup nella sentenza di primo grado, e contava su una riduzione della pena, confermata l’accusa di omicidio preterintenzionale, di almeno cinque o sei anni di reclusione.
L'omicidio Doina Matei, dopo una lite con Vanessa Russo in un vagone della metropolitana di Roma, colpì sulla banchina della stazione Termini, la giovane romana, con la punta dell’ombrello, che scivolando sull’orbita dell’occhio, le sfondò il cranio procurando una grave lesione cerebrale e la morte dopo 24 ore. Doina, che si prostituiva a Roma, era in compagnia di Costantina, una sua amica all’epoca dei fatti minorenne. Le due ragazze fuggirono a Tolentino nelle Marche dove poi furono arrestate dai carabinieri. Nei confronti di Costantina è successivamente caduta l’accusa di favoreggiamento.
Doina in lacrime Doina Matei si è commossa fino alle lacrime alla lettura della sentenza. La corte ha confermato l’accuso di omicidio preterintenzionale nei confronti dela giovane romena, non modificando la qualificazione giuridica in omicidio volontario così come ha chiesto durante la sua requisitoria il procuratore generale. La corte ha modificato la sentenza del gup condannando la romena al pagamento di una provisionale di 20mila euro a ciascuna delle parti civili, ma ha lasciato immutata la condanna a 16 anni. "La sentenza ci soddisfa soltanto tecnicamente - ha detto il difensore di Doina l’avvocato Carlo Testa Piccolomini - ma troviamo sproporzionata la conferma della condanna a 16 anni".
La madre: "Non perdono" Non può perdonare perché "può farlo solo chi è lassù". Rita Russo, mamma di Vanessa, parla trattenendo a stento le lacrime. "Di mia figlia ricordo il sorriso. Di quando è uscita di casa. Ricordo la sua divisa bianca di aspirante infermiera, quando andava all’università od a far pratica all’ospedale dell’Addolorata". A chi le chiede un parere su Doina, la signora Russo risponde: "Anche lei è una madre, ma dovrebbe provare lo stesso dolore che ho provato e provo io.
Invece la vedo ancora presuntuosa, con il suo sorriso". Tornando a Vanessa la madre della giovane ferita a morte alla stazione metro di Termini, ha detto: "Ricordo i suoi capelli biondi come raggi di luce. Ora me la immagino in un letto di stelle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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