Roma E i sindacalisti dell’Opera fanno assumere sorelle e cognati

L’Opera di Roma attende il nuovo sovrintendente appoggiata a bordo di un baratro, quello del suo bilancio: un buco di 8-10 milioni, secondo fonti ministeriali, 4-5 nel bilancio consuntivo 2008, altrettanti in quello previsionale per il 2009. A fronte di un finanziamento statale di 32 milioni nell’ultimo anno (più altri 20 tra enti locali e privati), il teatro lirico della Capitale affonda nei debiti. Colpa forse di un organico molto dispendioso, con 633 dipendenti e un corpo di ballo stabile con 70 ballerini, diretti da Carla Fracci. La Fracci ha uno stipendio come direttore, ma ha anche un compenso a parte per le coreografie, mentre capita che suo marito sia regista di spettacoli d’opera. Tre colpi in uno. Ma gli sprechi vanno cercati altrove, non certo nel lavoro della grande ballerina milanese. Qualche esempio. Il teatro è ai vertici nazionali per numero di dipendenti (633, al secondo posto dopo la Scala), ma è capolista per costo del personale, che secondo il Sole24Ore assorbe (record) il 70,9% dei costi totali, circa 43 milioni di euro nel 2007. Si parla anche di curiose assunzioni, legate alle parentele (con i potenti sindacalisti delle fondazioni) più che alla bravura o alla necessità di organico. Si racconta (come ha fatto il Giornale nelle sue pagine romane) di un ex componente dell’orchestra che ha piazzato i suoi due figli, uno tra i musicisti e l’altro come tecnico del suono. C’è chi ha fatto assumere sorella e cognato e chi pur non sapendo cantare figurava in una trasferta lirica in Liguria, con accompagnamento dei maestri. C’è un ex ballerino che pur essendo in pensione lavora come direttore di scena.

E lo sport? Vogliamo negare l’attività fisica ai dipendenti del teatro lirico romano? Giammai, anzi gliela paga il contribuente. C’è la squadra di calcio formata da venti dipendenti a cui è stata pagata anche una trasferta a Lione, per partecipare a un torneo riservato ai calciatori-lirici. Va’ pensiero, sulle paghe dorate...

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