Roma e Lazio, mercato senza luci

Da una parte perché c’è il parsimonioso Lotito, dall’altra perché le casse di Trigoria sono quel che sono. Anche quest’anno il mercato delle romane sarà privo di effetti speciali in stile Juve (dopo Amauri quasi preso Xavi Alonso), Milan (secondo voi si fermerà a Flamini e Zambrotta?) e Inter (Mourinho è uno che si accontenta di gente come Stankovic?), per tacere del colpi già realizzati da Samp e Fiorentina. «Bambole non c’è una lira», memorabile frase di «sordiana» memoria, quest’anno calza a pennello per i club capitolini.
Basti osservare le prime mosse: Lotito finora ha puntato su nomi datati (il 32enne Amoruso, il 34enne Birindelli, il 36enne Thuram), mentre sull’altra sponda del Tevere, svanita l’ipotesi Soros, si ricalcheranno gli acquisti a parametro zero delle ultime stagioni. Tanti i nomi al vaglio, pare che i biancocelesti abbiano adocchiato pure Miccoli, mentre i giallorossi avrebbero puntato i riflettori sul campionato francese. Ma il furetto che gioca col tatuaggio del Che e i transalpini costano - e non poco - e con tutto l’affetto possibile, appare difficile vagheggiare il loro sbarco a Fiumicino. L’austerity impone un categorico «niente voli pindarici», anche perché le rose di nomi avvicinate ai sodalizi romani costano alquanto. Lotito, che fra i suoi tesserati quasi non annovera più Berhami (svincolato con l’articolo 17), rimanderà al mittente Rolando Bianchi. In più non ha risolto la grana-portiere e presumibilmente resterà con un palmo di naso quando s’accorgerà che i suoi sogni (il cagliaritano Acquafresca, il rosanero Cavani e il viola Pazzini) resteranno dove sono. Manterrà a fatica Ledesma e punterà dritto sul mediocre Simplicio. Per ora s'è assicurato la permanenza di Tare, cui ha proposto un biennale di fine carriera. Poi? Difficile credere nel colpaccio, la concorrenza è tanta e tale che sarà un miracolo far restare a Formello gente come Pandev, per il quale in Germania c’è chi è pronto a fare follie. E anche Luciano Zauri rischia di sdoganarsi: è l’uomo che vorrebbero a Udine in cambio di Coda.
Ma neanche la gestione-Sensi può permettersi colpi a sensazione. Bisogna riuscire a mantenere in organico Aquilani ritoccandogli il contratto (che scade nel 2010), il ragazzo è cresciuto e non si può più mantenere la gente a Roma con il ricatto dell’essere «romano e romanista»: il football è un affare ormi senza romantiche bandiere. Sogni? Tanti, ma salati. Hatem Ben Arfa costa troppo, così come Govou e Mathieu. E l’addio del separato in casa Mancini non frutterà certo i venti milioni di euro che alla fine della scorsa estate il Lione - così si raccontava - pareva pronto a sborsare. Partiranno i portieri Curci e Pipolo (oltre a Zotti, che è svincolato), e con loro Ferrari, Alvarez, Barusso, Esposito, Pit e Antunes, oltre a un nugolo di Primavera. Juan è corteggiato dal Barcellona, lo stesso Aquilani da Juventus e Inter, De Rossi dovrebbe essere clonato per accontentare chi lo vorrebbe tesserare.

Sarà un’estate di passione, nel corso della quale servirà far fruttare un budget limitato (15 milioni di euro) e spiegare a chi verrà che il tetto-ingaggi non può scavalcare i 2,5 milioni di euro. Non solo. C’è ancora da riscattare Vucinic. Può bastare, per non rimanere tranquilli.

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