Roma

Roma mostra il «portagioie» nascosto

Per la prima volta sarà accessibile anche Palazzo Dexia Crediop

Francesca Scapinelli

Un sabato che promette privilegi, quello che avvia il mese di ottobre. Il privilegio, innanzitutto, di poter visitare gratis - a Roma e in altre 58 città italiane - luoghi storici e preziosi. Poi, il privilegio di accedere a palazzi di norma chiusi al pubblico. Come «scrigni», appunto.
Torna il primo ottobre «Invito a palazzo», la manifestazione dell’Associazione bancaria italiana che in via eccezionale apre i palazzi delle banche (sono coinvolti 106 sedi di 55 istituti di credito italiani) oltre a giardini, archivi, biblioteche. La quarta edizione propone 13 nuovi edifici e cinque città che aderiscono per la prima volta. Sarà l’occasione per ammirare architetture, arredi e oggetti d’arte di stili diversi, dal neoclassicismo al Settecento, fino ai lavori commissionati ad architetti contemporanei quali Giò Ponti o Renzo Piano. «L’anno scorso si sono contati 76 mila visitatori, e solo nella Capitale 10 mila, con parecchi stranieri a testimoniare il contributo indiretto delle banche al turismo - osserva Maurizio Sella, presidente Abi -. Ciò esprime anche il senso di responsabilità sociale delle banche». A Roma si potrà scegliere tra sette palazzi, accessibili dalle 9 alle 19. Chi vorrà «abbuffarsi» potrà cimentarsi in un giro di tutte queste dimore, partendo ad esempio dal seicentesco Palazzo Altieri, in piazza del Gesù, sintesi del Barocco romano, in cui potrà vedere una «fuga di saloni» affrescati con sfarzo. Un soffitto, in particolare, colpisce per «L’apoteosi di Romolo», raffinata opera di Domenico Maria Canuti. In via XX Settembre sorge invece Palazzo Dexia Crediop, progettato da Roberto Buti come Albergo Reale su modelli neorinascimentali. È la prima volta che apre al pubblico e, per l’occasione, presenterà la mostra «Da Veronese a Wan Wittel». Si potrà proseguire il cammino culturale spostandosi in piazza del Monte di Pietà, dove si trova il palazzo omonimo, dell’architetto Giovanni Antonio de’Rossi, suggestivo per l’abbondanza di marmi policromi. Se si passa poi in via Lata, ecco la residenza voluta da Livio De Carolis nel ’700, che custodisce un ciclo di pitture a soggetto profano. In via del Corso merita Palazzo Verospi, la cui loggia è esempio dell’arte naturalistica e allegorica del Seicento, e altrettanto interessante, ancora nel Corso, è Palazzo Mancini, a partire dalla facciata a «bugne» fino alle volte del secondo piano. In via Veneto è la sede centrale della Bnl, edificio progettato da Marcello Piacentini nel 1934-’37 e inaugurato alla presenza di Mussolini. È previsto un servizio navetta (partenze da piazza del Gesù e via Vittorio Veneto). Informazioni allo 06.6767302 e www.abi.

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