A Roma il Pdl fa la pace Podestà va ad Arcore per cercare il bis a Milano

Angelino Alfano eletto segretario del partito. Per acclamazione, nessun dissenso al consiglio nazionale celebrato ieri a Roma all’auditorium della Conciliazione. Il Pdl al di là delle tante voci di velenose contrapposizioni e annunciate scissioni, vota compatto per l’uomo che dovrà superare le fratture, a cominciare da quella tra gli ex Fi e gli ex An. E portare il partito unito all’appuntamento elettorale del 2013. Con la già annunciata ricandidatura di Silvio Berlusconi e una fondamentale modifica allo statuto che in futuro dovrà prevedere l’elezione dei coordinatori regionali che saranno scelti dai congressi e non più nominati direttamente dal presidente Berlusconi.
Perché proprio quella per il coordinatore regionale è la querelle che ancora agita il partito in Lombardia. Dal momento che non è sanata la frattura tra quello in carica, il sottosegretario Mario Mantovani e Guido Podestà che ha dovuto passare la mano alla vigilia delle elezioni. Pace a Roma e guerra a Milano. O forse almeno una tregua. Perché l’appuntamento per il consiglio nazionale di ieri è stato l’occasione per un primo faccia a faccia tra i due dopo giorni di accuse. Non sempre pronunciate direttamente, ma spesso fatte circolare dai fedelissimi. Con i militanti ormai decisamente schierati in due fazioni, mai così contrapposte. E mai così decise a una resa dei conti. L’altra sera nessun chiarimento, ma solo un rapido passaggio al ministero della Difesa con Ignazio La Russa, presenti Luigi Casero e Maurizio Lupi, per proporre a Podestà di entrare a far parte del tavolo regionale. E l’impegno di Mantovani a un maggior coinvolgimento di assessori e consiglieri provinciali. Forse un armistizio, ma non la soluzione. Perché Podestà vuol prima parlare direttamente con Berlusconi lunedì ad Arcore. Un incontro chiesto per parlare di finanziamenti ed Expo, «ma anche di partito». Soprattutto dopo la lettera con cui Mantovani e la sua vice Viviana Beccalossi chiedevano il controllo del partito sui rappresentanti degli enti istituzionali nei cda delle società. Ma la barriera eretta dai ministri lombardi a difesa di Mantovani, esclude qualsiasi colpo di scena. Come confermato dal governatore Roberto Formigoni intenzionato a cercare una composizione dello scontro. Evitando un duello finale.
Temi di cui si discuterà lunedì all’assemblea provinciale convocata dai coordinatori Romano La Russa e Alessandro Colucci. E a cui parteciperanno come relatori sia Formigoni che Mantovani e Podestà. Sembra tramontata, invece, l’ipotesi di un commissario di transizione nominato per traghettare il partito lombardo ai congressi di autunno. Nei quali ci sarà finalmente la conta. «Il presidente Berlusconi - le parole di Podestà - e il segretario Alfano hanno affidato a tutti noi il compito di lavorare, nel segno dell’unità e dell’impegno, per individuare regole condivise che ci consentiranno di convocare, a partire da settembre, le elezioni primarie e i congressi per la scelta dei segretari cittadini, provinciali e regionali.

Primarie e congressi permetteranno al popolo del Pdl di selezionare la classe dirigente attraverso indicazioni che nascono dal basso e che risultano tese a radicare meglio e con maggiore continuità il partito tra la gente».

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