Tre colpi di pistola. I corpi a terra. Il sangue. Le sirene delle ambulanze. Nella serata di ieri la Capitale si è addormentata con un’altra sparatoria per strada. A Torpignattara, periferia Est, una delle zone della movida. Le vittime sono un cinese e sua figlia, meno di un anno, in braccio a suo padre.
L’uomo sta camminando per strada all’angolo tra via Giovannoli e via Tempesta, è insieme alla famiglia (c’è anche la moglie), sono le 21. Viene avvicinato da due rapinatori a bordo di uno scooter che cercano di strappargli la borsa dalle mani. Gestisce un bar e un money transfer, forse i due aggressori pensano che abbia con sé l’incasso della giornata. Ma la moglie inveisce, l’uomo resiste e partono gli spari.
Uno raggiunge il commerciante all’addome: è fatale, si accascia a terra e muore. L’altro proiettile colpisce la figlia alla testa. La piccola muore durante il trasporto all’ospedale San Camillo con l’ambulanza. Un terzo colpo è diretto alla moglie, ma la donna si salva, viene ferita di striscio al braccio. È ricoverata in codice giallo. Nella zona sono all’opera i carabinieri: stanno cercando di rintracciare i rapinatori-killer, fuggiti a bordo del motorino. Secondo alcuni testimoni si tratterebbe di due giovani.
Non c’è pace per la Capitale che sembra ripiombata nell’emergenza criminalità.Sono 12 gli agguati, 30 i feriti e 36 le vittime soltanto nel 2011. Regolamenti di conti o rapine, in città si muovono bande organizzate (i resti della banda della Magliana), pezzi della criminalità organizzata (mafia, camorra, ’ndrangheta) e «cani sciolti» che paiono non avere alcuna remora ad affrontarsi per la strada.
L’ultimo episodio è datato martedì 3 gennaio, solo pochi giorni fa. L’ex Nar Francesco Bianco, ora impiegato all’Atac (l’azienda dei trasporti comunale) viene gambizzato davanti allo stabilimento termale di Tivoli. Intorno alle 20,30 è stato avvicinato da due uomini a bordo di una moto, in testa caschi integrali. Uno scende, litiga con Bianco davanti a un bar e gli spara tre volte. Viene raggiunto a un ginocchio e a un femore, ma non rischia la vita.I carabinieri sono convinti che l’aggressione sia frutto di una ritorsione.
Ancora prima, sono gli ultimi giorni dello scorso, il 29 dicembre, a San Lorenzo va in scena un regolamento di conti. Resta ferito Carmelo Fichera, pregiudicato catanese di 45 anni. Agli investigatori racconta di essere stato colpito da un gruppo di stranieri che aveva rimproverato perché danneggiavano le macchine parcheggiate.
Ma la scia di sangue non si è fermata durante tutta la seconda metà di dicembre. Nemmeno la notte della vigilia di Natale. Giocchino Agliano, un cinquantenne, viene ferito alle gambe a Tor Bella Monaca da due uomini che poi scappano in sella a uno scooter. Pochi giorni prima lo scenario cambia, ma la trama è la stessa. Tor Vergata, il quartiere dell’università, via Ferruccio Ulivi: due killer in moto freddano un barista di 38 anni, Marco Attini, sotto gli occhi della fidanzata. Sempre in dicembre a Torrenova, la vittima è un albanese trentunenne. è alla guida dell’auto di un conoscente quando viene gambizzato. E il 14 del mese un connazionale viene ferito in una sala scommesse al Casalino.
Un bel rebus per il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e per il sindaco della Capitale Gianni Alemanno che già il 21 dicembre avevano affrontato il problema della criminalità. Firmando un patto per «Roma città sicura » insieme alle altre istituzioni, Regione, Provincia e Prefetto. Un accordo che prevede 400 uomini in più tra le forze dell’ordine e il potenziamento dei presidi nelle zone più a rischio. Rafforzata anche la sorveglianza sul territorio, nei trasporti, nelle aree verdi, per il contrasto dell’abusivismo commerciale e degli insediamenti abitativi abusivi attraverso la videosorveglianza e la creazione di sportelli di aiuto, anche itineranti, a tutela dei soggetti più a rischio. Ma tutto questo sembra non bastare ancora a una città che non riesce a liberarsi dall’incubo della criminalità e della violenza per strada.
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